Il Caso-Goracci scuote la politica. Comune e Sogepu pronti a tutelarsi

La presunta tangente da 750mila euro per l’appalto sui rifiuti: chiesta l’immediata commissione controllo .

Il Caso-Goracci scuote la politica. Comune e Sogepu pronti a tutelarsi

Vittorio Betti, Marta Minciotti e Nicola Falcini: è l’attuale vertice del CdA di Sogepu

Mentre Comune e Sogepu stanno valutando le azioni da intraprendere "nell’interesse dell’azienda pubblica e dell’appalto per la gestione dei rifiuti", le opposizioni consiliari chiedono chiarezza al sindaco e lo invitano a riferire in Commissione Garanzia. I riflessi politici del caso Goracci a Città di Castello si fanno già sentire. L’ex amministratore unico di Sogepu, chiamato dalla Procura di Perugia a rispondere di un "avviso di arresto", in base al contraddittorio preventivo previsto dalla legge Nordio, rischia l’arresto per una presunta tangente da 750 mila euro nell’ambito dell’indagine sul bando per la gestione dei rifiuti in Alta Umbria.

I fatti oggetto dell’inchiesta sono compresi tra il 2015 e il 2022, quando Goracci era ai vertici di Sogepu, azienda pubblica. La delicata vicenda giudiziaria è finita ieri al centro di alcune prese di posizione ufficiali sia del Comune che di Sogepu. L’attuale consiglio d’amministrazione – in carica dall’anno scorso – è intervenuto per ribadire piena fiducia nell’operato della magistratura: "Attendiamo di conoscere nel dettaglio gli aspetti dell’inchiesta e valuteremo gli opportuni provvedimenti a tutela degli interessi della società", si legge nella nota del Cda guidato dal presidente Vittorio Betti con Marta Minciotti e Nicola Falcini.

Dal palazzo comunale anche il sindaco Luca Secondi ha diramato una nota nella quale annuncia l’azione da parte del Comune e di Sogepu, a tutela degli interessi pubblici e della gara d’appalto dei rifiuti. Il sindaco ricorda inoltre che è stata la sua amministrazione "a volere una trasformazione della governance di Sogepu, con la nomina del Cda invece che dell’amministratore unico". I chiarimenti di Secondi erano anche in risposta alle richieste del centrodestra tifernate che chiedeva conto della responsabilità politica di questa vicenda. E ieri sono entrati a ‘gamba tesa’ in campo anche i consiglieri di Castello Cambia Emanuela Arcaleni e Vincenzo Bucci che chiedono al sindaco una Commissione Controllo e Garanzia con audizione del Cda di Sogepu, affinchè chiarisca le modalità "con cui intende tutelare i lavoratori e salvare la partecipata". Oltre a ciò Secondi è invitato a riferire in consiglio se il comune si costituirà parte civile nel procedimento. Il caso è divenuto in queste ore di interesse nazionale, essendo il primo dell’applicazione della legge Nordio che prevede il contraddittorio preventivo, tra l’altro fissato per oggi a Perugia.

Cristina Crisci