REDAZIONE UMBRIA

Il compito della scuola : "Educazione e rispetto. Noi già li insegniamo. E i genitori che fanno?"

L’idea di una legge condivisa per portare la materia dell’affettività in classe non convince i presidi: "Solo una trovata per alleggerire le coscienze. I nostri ragazzi non sanno più gestire i conflitti" .

Il compito della scuola : "Educazione e rispetto. Noi già li insegniamo. E i genitori che fanno?"

L’educazione all’affettività nelle scuole per combattere i femminicidi. La proposta di legge bipartisan non convince i presidi. "Un sentimento può essere insegnato? Certo, ma non con una “materia“: quella è solo burocrazia e uno scaricarci le coscienze. Un sentimento si insegna leggendo un canto dell’Ariosto, ascoltando una bella canzone, guardando un’opera d’arte. “Buone musiche generano buoni costumi“, dicevano i greci". La pensa così Mariella Marinangeli, a capo del Polo liceale Mazzatinti di Gubbio. Che aggiunge: "L’ educazione sentimentale a scuola! Per carità, pronti a fare come sempre la nostra parte. Ma davvero qualcuno pensa che a scuola non si faccia già? Davvero qualcuno pensa che di questa roba non se ne parli nelle nostre aule ogni giorno? Che nelle scuole si giustifichi la violenza o si insegni ai ragazzi e alle ragazze a gestire i rapporti in una maniera così barbara? La risposta - prosegue la preside - è che bisogna ripartire dalle famiglie, dalla incapacità che queste hanno di gestire le frustrazioni dei figli. Genitori che non vogliono vedere, che non ammettono che il “cuccioloa” di casa prenda un brutto voto e che non sanno abituare i figli a sentirsi dire “no“. Noi come sempre siamo pronti comunque a fare la nostra parte... in perfetta solitudine".

Sulla linea della collega, anche Fabiana Cruciani, dirigente dell’Itts Volta di Piscille. "La scuola è per contratto un’agenzia formativa-educativa e i singoli insegnanti quotidianamente danno voce durante le loro ore di lezione a temi che investono i valori del rispetto, della sensibilità, dell’autostima, della solidarietà: ecco questa si chiama educazione sentimentale. E questa dovrebbe essere insegnata anche a casa. Altrimenti è tutto inutile".

"La tragedia della violenza di genere è un problema sociale e di educazione – osserva Elio Boriosi, dirigente del circolo didattico di San Giustino - Intanto bisogna iniziare ad educare fin dall’età del nido. Le femmine, ad esempio, vanno abituate a farsi rispettare, a non essere prevaricate, perché tanto lui è un maschio.E poi c’è un altro aspetto: i giovani ingabbiati sui social non hanno più gli strumenti per mediare i conflitti, l’energia non si sfoga e così la frustrazione e la gelosia sfociano in violenza. Il mezzo virtuale non abitua a gestire le situazioni e alla prima delusione si prende la pistola o il coltello. La scuola può insegnare a mediare i conflitti? Non con i corsi e con gli “esperti“ ma con la pratica giornaliera e con i fatti, che poi abituano ad uno schema comportamentale. Sennò non funziona. I bambini non ascoltano le parole, guardano i comportamenti degli adulti".

Silvia Angelici