L’inflazione tra le più basse in Italia potrebbe far pensare a un segnale positivo. Lo è in alcuni casi, ma c’è sempre il risvolto della medaglia: quello che l’economia non cresce. Ed è quello che accade in Umbria che da alcuni mesi procede con il freno a mano tirato. Il costo della vita fino a un paio di anni fa metteva Perugia tra le prime cinque città, adesso siamo tra gli ultimi in compagnia con Terni. Il nostro tasso di inflazione a gennaio è stato dell’1,2 per cento sua base annuale, con una media nazionale del +1,5 per cento.
L’Istat ha reso noti, infatti, ieri i dati territoriali dell’inflazione di gennaio, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica completa di tutte le città più care d’Italia per quella che viene considerata una famiglia tipo. In testa alla graduatoria, Bolzano dove l’inflazione tendenziale pari a +2,5%, la seconda più alta d’Italia dopo Siracusa (+2,6%) ed ex aequo con Rimini e Imperia, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 724 euro per una famiglia media. Medaglia d’argento per Rimini, che con +2,5% ha un incremento di spesa annuo pari a 679 euro a famiglia. Sul gradino più basso del podio Trento che con +2,1% ha una spesa supplementare pari a 619 euro annui per una famiglia tipo. Sull’altro fronte della classifica, purtroppo non c’è più nessuna città in deflazione. La città più virtuosa d’Italia è Lodi, dove con +0,5%, l’inflazione più bassa d’Italia, si ha un aumento annuo di 131 euro. Al secondo posto Firenze, dove la seconda minore inflazione, +0,6%, determina un maggior costo di 157 euro. Medaglia di bronzo per Forlì-Cesena, +0,7% e +190 euro. A Perugia, come a Terni, la maggior spesa annua è stimata in 295 euro all’anno. Anche se i prezzi di alcuni prodotti, come mostra la grafica, sono diminuiti. A trainare l’aumento del costo della vita al momento sono gas ed energia elettrica e lo faranno ancor di più nei prossimi mesi. Mentre gli alimentari in provincia di Perugia hanno subìto un rallentamento. In testa invece alla classifica delle regioni più "costose" con un’inflazione annua a +2,3%, c’è il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 654 euro su base annua. Segue il Lazio (+1,9%, +464 euro) e al terzo posto l’Emilia Romagna (+1,7%, +449 euro). La regione più risparmiosa è la Valle d’Aosta, mentre l’Umbria è al + 1,2% con 285 euro di costo annuo in più per famiglia.