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Federica Luna Vincenti racconta lo spettacolo su un’inedita Elisabetta d’Austria, in anteprima nazionale a Città di Castello
Oltre la favola e l’incanto per il ritratto di una donna anticonformista e ribelle, in lotta con se stessa e la realtà che la circonda. E’ tutto pronto al Teatro degli Illuminati per il debutto in prima nazionale, sabato alle 20.45 e domenica alle 17, di “Sissi l’imperatrice“, il racconto dell’inquieta e tormentata vita dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria. Protagonista assoluta è Federica Luna Vincenti che con entusiasmo appassionato racconta lo spettacolo scritto e diretto da Roberto Cavosi. Con lei sul palco Ira Nohemi Fronten, Claudia A. Marsicano, Miana Merisi e Milutin Dapcevic.
Come sarà la “sua“ Sissi?
"Portarla in scena significa confrontarsi con un’immagine cristallizzata da film e libri. E invece il testo di Cavosi è sorprendentemente moderno perché disegna una donna che in un momento storico così delicato tira fuori le sue ribellioni, anticipa battaglie e temi attualissimi: un’imperatrice anti-imperialista, vicina alle masse operaie, alle minoranze etniche, contraria a ogni sopraffazione".
Una sorpresa per il pubblico...
"Già, la scoprirà in una nuova veste. E nessuno può immaginare che lo spettacolo sia un cabaret tragico, ricco di echi e richiami a Shakespeare. Raccontiamo una voragine di dolore: Sissi è in perenne lutto per la perdita di due figli, è anoressica, trasforma il corpo in campo di battaglia. E con il pensiero ribalta il meccanismo di potere, sempre dalla parte del popolo e degli oppressi".
Come si racconta la sua vita?
"Con una serie di quadri tematici: la filosofia, la poesia, anche il sesso perché Sissi aveva rinunciato al piacere tanto da portare a corte un’attrice che sarà l’amante ufficiale dell’imperatore. E la politica, tema cruciale che mi ha spinto a fare questo spettacolo: come mantenere l’etica e l’autenticità in un sistema oppressivo, come usare una posizione di privilegio per dar voce a chi non ne ha. Sissi parla addirittura di confini, di possesso e conquista".
Questo spettacolo sembra coinvolgerla davvero tanto..
"E’ un messaggio così bello che va comunicato al mondo a livello artistico. Per noi che facciamo questo lavoro è arrivato il momento di tracciare una linea, scegliere progetti che hanno dentro quello di cui oggi la gente ha bisogno. Nell’ultimo quadro dello spettacolo Sissi viene ferita a morte e lascia le lettere come segno di vita per aiutare i perseguitati e le famiglie. Le lettere sono edite e i proventi vanno ad Amnesty International che ci sarà vicina in questo percorso".
Il debutto a Città di Castello?
"C’è un cuore meraviglioso, tutti gli allestimenti più belli li abbiamo fatti qui, dal Morlacchi di Perugia a Solomeo. L’Umbria per noi è il posto ideale per distaccarsi dalla follia delle città e ritrovare il contatto reale con la natura".