Settemila firme per dire “no“ alla mancata autonomia del Distretto sanitario di Orvieto. Mentre la campagna elettorale per le elezioni regionali è entrata nella sua ultima e cruciale settimana, da Orvieto arriva un segnale molto forte su quanto siano numerosi i cittadini interessati ed anche preoccupati per le sorti della sanità locale su cui dovrà intervenire la nuova amministrazione regionale. Anche a Orvieto come altrove, la discussione sullo stato di salute dei servizi sanitari ha rappresentato l’argomento principale, per non dire l’unico, intorno al quale hanno ruotato gli interventi degli aspiranti consiglieri regionali provenienti dall’area orvietana. A decidere di raccogliere le firme a favore del mantenimento del Distretto sanitario era stato, a fine agosto, il Comitato orvietano per la salute pubblica, presieduto da Emma Scanu, che ha promosso questa petizione che si è conclusa con un risultato significativo e politicamente eloquente. Nel frattempo però, Regione e Asl non erano state a guardare e, con una mossa a sorpresa pur non sostenuta da nessun atto ufficiale, avevano annunciato la volontà di non accorpare il Distretto di Orvieto con quello di Terni, ma di riformare il sistema di gestione della sanità locale, unendo il Distretto sanitario con la direzione dell’ospedale, mettendo insieme sia la struttura ospedaliera che i servizi territoriali come il consultorio, i servizi per le dipendenze e il centro di igiene mentale. In realtà è si è trattato solo di un annuncio, ma 7mila firma ora sono lì a dimostrare un orientamento della cittadinanza molto preciso. Lo stesso Comitato ha forti perplessità rispetto all’unione gestionale e direzionale tra ospedale e servizi territoriali. Molti sindaci che sostengono l’iniziativa del Comitato, tutti del centrosinistra, chiedono, al contrario, il rilancio del Distretto.
Cla.Lat.