
Il futuro, 40 anni fa Il 18 giugno 1983 le scale mobili salivano nella Rocca Paolina
di Roberto Borgioni
PERUGIA
Quel 18 giugno del 1983 nessuno si fece un selfie, semplicemente perché i cellulari non li avevano ancora inventati. Al massimo lampeggiò qualche autoscatto con le gloriose Polaroid dell’epoca. Ma chi, in quel giorno di 40 anni fa, mise piede nella Rocca Paolina forse non si rese neanche conto di di essere entrato nella storia. Perché il 18 giugno 1983 venne tagliato il nastro delle prime scale mobili di Perugia, che da piazza Partigiani andavano a sbucare sotto il Palazzo della Provincia di piazza Italia, nel cuore dell’acropoli. Le cinque rampe di acciaio andavano a violare la fortezza, le case sotterrate dei Baglioni, l’antica oppressione papale sulla città. A più d’uno sembrò una bestemmia, un reato di lesa storia.
Prima dell’apertura infatti erano infuriate le polemiche. In tanti, molti dei quali inferociti, si chiesero: come si fa a far passare una roba così moderna, tipo uscita della metropolitana, dentro il passato di Perugia? Ma il sindaco Giorgio Casoli e i suoi tirarono dritti, e proprio la storia ha dato loro ragione. La Rocca Paolina, che sino al 1983 era un antro ignoto ai più nel quale faceva persino paura avventurarsi, grazie alle scale mobili che invogliano al libero attraversamento è diventata un biglietto da visita di Perugia, una città sotterranea che negli anni ha lasciato a bocca aperta milioni di turisti, un modello di mobilità alternativa seguito da tante altre città.
Il sistema delle scale mobili, poi sviluppato anche in altre zone del colle di Perugia, ha di fatto liberato il centro storico dai bus turistici, che ora fanno scalo in piazza Partigiani. Ha consentito ai perugini di buona volontà di lasciare l’auto fuori dall’acropoli, è diventato un fulcro della mobilità pedonale copiato anche in più evolute città europee.
Insomma: una scommessa riuscita, con la capacità di chi c’era nel 1983 di saper leggere il futuro. Non a caso, durante le celebrazioni per i quarant’anni del percorso, l’architetto Paolo Lattaioli ha ricordato: "Con le scale mobili Perugia ha compiuto un balzo in avanti in termini di buon uso moderno del proprio spazio pubblico. Da allora, milioni di persone sono salite piacevolmente a piedi alla città alta abituandosi ad utilizzare meglio il proprio tempo, usare meno l’auto privata e apprezzare di più i valori della città, attraversando uno dei luoghi di maggiore identità cittadina, un monumento che dona a chi lo percorre fascino e bellezza: la Rocca Paolina, percorrendo una nuova via pubblica che unisce modernità e storia. Le scale mobili sono state e continuano a essere un’infrastruttura modello per molte altre città, non solo italiane". In queste parole c’è il senso compiuto di un’idea coraggiosa. E la dimostrazione che, come accadde in quel 1983, il "no" a prescindere alle proposte che sembrano scomode, ma che sono rivolte al futuro, non paga.