
La diga di Montedoglio
La diga di Montedoglio ancora sorvegliata speciale per qualche settimana, poi giungerà il certificato di collaudo definitivo e si chiuderà un capitolo storico che dura da 30 anni. Il certificato potrebbe essere rilasciato sin dall’estate (o comunque entro settembre) dalla commissione appositamente costituita. Il 13 marzo la diga aveva raggiunto la quota massima di regolazione di 393 metri sul livello del mare e con il correlato stazionamento, erano scattate una serie di misurazioni per certificare tenuta e sicurezza dell’invaso valtiberino. Questo iter è terminato lunedì 24 marzo con la visita della commissione di collaudo tecnico che ha acquisito l’intera documentazione prodotta da Ente Acque e ha constatato "il corretto comportamento dello sbarramento e delle strutture ricostruite dello scarico di superficie, permettendo così di procedere verso un traguardo di portata storica per la diga di Montedoglio". A fronte del buon funzionamento dell’invaso e delle strutture ricostruite dello scarico di superficie, viene abbassato progressivamente il livello dell’acqua (fino a 391 metri) attraverso scarichi controllati, in vista di una nuova campagna di misurazioni comparativa. La commissione provvederà alla redazione del certificato di collaudo definitivo, che prenderà in esame tutti i dati raccolti dal 1989 ad oggi e sancirà ufficialmente l’entrata in regolare esercizio della diga di Montedoglio. Diga che intanto infiamma il dibattito politico tra Città di Castello e il lago Trasimeno per l’uso dell’acqua e più in generale sulle tariffe. "Nel nostro territorio abbiamo il problema del costo dell’acqua. In passato ci sono state anche polemiche sulla sua utilità, ma la diga di Montedoglio – ha detto Luca Secondi in consiglio rispondendo al consigliere Brunelli- è stata fondamentale negli anni sia a supporto del mondo dell’agricoltura che per affrontare crisi idriche, garantire l’equilibro ambientale del fiume Tevere e anche contenere il rischio di piene ed alluvioni". Ma Montedoglio è imprescindibile perché ha una funzione estremamente importante pure per gli altri territori dell’Umbria nei quali la sua acqua viene distribuita, dal lago Trasimeno all’uso idropotabile, come accade nel caso di Perugia, grazie all’impianto di Citerna. "Il fatto è che c’è un ente gestore, l’Eaut, e un ente distributore, Afor, e questo doppio passaggio in Umbria comporta un costo estremamente importante a carico degli agricoltori…". Una questione sulla quale si attendono misure ad hoc.