Il gioco d’azzardo va a processo a Città di Castello con una disputa indetta per sabato 13 aprile, dalle ore 9 alle 13, nella sala consiliare nel corso di un momento di riflessione pubblica. E’ una delle iniziative promosse da istituzioni e associazioni per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di un fenomeno che nel territorio ha un’incidenza molto preoccupante, anche tra i giovani. Il gioco d’azzardo non riguarda solo gli adulti: un umbro su due (15-19 anni) ha giocato almeno una volta nella vita e circa il 51% lo ha fatto nel corso dell’ultimo anno. Al crescere dell’età aumenta il dato degli studenti che giocano d’azzardo, raggiungendo quasi il 55% tra i 18enni. I profili di rischio rivelano percentuali particolarmente elevate di gioco problematico nelle zone dell’Alta Valle Tevere secondo i numeri diffusi dall’indagine "La geografia del gioco d’azzardo in Umbria" del 2020. E’ stata evidenziata una spesa pro capite di oltre mille 500 euro a San Giustino e Città di Castello, mille 200 a Umbertide.
Quella del 13 aprile non sarà una conferenza e neanche un convegno: a discutere ed emettere una sentenza sul fenomeno del gioco d’azzardo patologico, saranno i cittadini residenti nei comuni dell’Altotevere partecipando a un "processo all’americana", con tanto di giuria, testimoni, avvocati della difesa e dell’accusa. L’iniziativa, resa possibile dall’attenzione al tema dei comuni della zona Sociale 1, capofila Città di Castello e dal finanziamento della Regione, propone un approccio innovativo al tema, mettendo al centro della scena le testimonianze e le riflessioni. Ci saranno un giudice, una giuria, l’avvocato dell’accusa e della difesa che ascolteranno i cittadini-testimoni, coloro che per il loro ruolo sociale e professionale sono in contatto con il mondo delle slot, dei gratta e vinci, delle lotterie istantanee, del gioco sul web. Alla fine del dibattimento la giuria emetterà una sentenza, mentre anche i partecipanti e gli spettatori potranno esprimere il loro giudizio sul fenomeno. "Dallo scorso anno abbiamo definito nella Zona Sociale un programma ad ampio raggio che coinvolge tutti i comuni – ha precisato l’assessore Benedetta Calagreti - ben coordinato con la Usl che gestisce il servizio per il trattamento del Disturbo da Gioco d’Azzardo, con Unitre tifernate e Arcat Umbria per una serie di appuntamenti di sensibilizzazione e prevenzione. Il processo del 13 aprile rientra in questo ambito e servirà ad affrontare ancora la situazione in maniera originale e coinvolgente".