REDAZIONE UMBRIA

Il maledetto virus accorcia la vita degli umbri

Nella nostra regione la speranza di vita diminuisce nel 2020 a 83,8 anni: è colpa dell’elevata mortalità causata dal Covid

La media nazionale parla di una riduzione dell’aspettativa di vita media pari a 1,4 anni. In Umbria è un po’ inferiore, ma chi nascerà nel 2021, per tradurla in parole povere, avrà in media alcuni mesi di vita in meno, scendendo a 83,8 anni e tornando ai valori di cinque anni fa. A sancirlo sono i dati dell’Istat appena pubblicati, che raccontano come l’epidemia abbia colpito duro in tutto il Paese. Con differenze importanti tra nord, centro e sud e tra prima e seconda ondata. Ed è stata soprattutto quest’ultima che ha colpito l’Umbria, con un aumento medio della mortalità rispetto agli ultimi cinque anni di oltre 5 punti percentuali e con picchi che si sono registrati a Perugia anche oltre i 50 punti a novembre e a febbraio.

Entrando nel dettaglio emerge che l’aspettativa per le donne che vivono nel Cuore Verde scende da 86,2 a 85,5 anni,mentre per gli uomini passa a 81,2 (- 0,9). C’è qualche differenza poi tra le due province. Quella di Perugia tende al peggioramento ed è pari a 85,7 anni per il gentil sesso (con una riduzione dello 0,8 rispetto al 2019), mentre per i maschi è pari a 81,3 anni per il 2020 con una riduzione di 1,2 anni rispetto al 2019. Va meglio a Terni, dove si stimano circa 7 mesi in meno di vita media per gli uomini (81,7 anni) e quasi 9 per le donne (84,9). E’ vero che la provincia di Perugia e quella di Terni restano realtà con l’aspettativa di vita più lunga, superata solo dalla provincia di Siena, per quanto riguarda i maschi ad esempio, ma i dati ci dicono che siamo in presenza di un peggioramento significativo. Tutto legato alla pandemia che ha colpito in misura rilevante l’Italia, caratterizzata da una struttura demografica molto più anziana rispetto ad altri Paesi; caratteristica peculiare dell’Umbria che è la seconda in Italia per anzianità. E va invece un po’ meglio per la speranza di vita dei 65enni umbri, la cui speranza era di 85,2 anni l’anno scorso ed ora è scesa di circa 4 mesi.

In generale quindi, spiega l’Istat, le stime effettuate sulla speranza di vita per il 2020 suggeriscono una significativa inversione di tendenza nel processo di costante miglioramento della longevità osservato negli ultimi anni, soprattutto in alcune aree del Paese particolarmente colpite dalla diffusione del virus. Emerge infine una forte eterogeneità tra i diversi territori, con uno svuotamento, in termini di anni vissuti, più marcato nelle regioni settentrionali (da 83,6 a 82,1 anni attesi), rispetto al Centro (da 83,6 a 83,1) e al Mezzogiorno (da 82,5 a 82,2).

Guardando alle singole regioni e confrontandole con la nostra, emerge che nel 2020 il calo atteso più forte nella speranza di vita alla nascita si registra in Lombardia, in cui la mortalità registrata nel corso dell’anno provocherebbe una perdita di circa 2,4 anni (da 83,7 a 81,2), seguita, in ordine decrescente, dalla Valle d’Aosta (-1,8 anni; da 82,7 a 80,9), dalle Marche (-1,4 anni; da 84 a 82,6), dal Piemonte (-1,3 anni; da 82,9 a 81,6) e dal Trentino-Alto Adige (-1,3 anni; da 84,1 a 82,8).

Michele Nucci