MICHELE NUCCI
Cronaca

Il maxi buco della sanità umbra: "Un passivo di oltre 243 milioni". Ospedali e Asl, bilanci in rosso

In verità il segno negativo, grazie alle coperture regionali, ammonta a 90 milioni di euro. Una cifra nettamente superiore a quella del 2023. La Asl 2 è quella messa peggio. Pesa in modo decisivo la mobilità passiva

L’interno dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia

L’interno dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia

Perugia, 19 marzo 2025 – Con un ‘buco’ come questo pensare di migliorare la Sanità in Umbria sembra proprio una chimera. La società Kpmg, incaricata dalla Giunta regionale, ha certificato che il ‘passivo’ dei bilanci delle due Aziende ospedaliere e delle due Asl è di oltre 243 milioni, circa 50 in più dello scorso anno: sono questi i maggiori costi operativi rispetto al fondo sanitario regionale.

Il dato emerge dalla "relazione sullo stato dei conti del sistema sanitario regionale" che la Giunta regionale, guidata da Stefania Proietti, dopo aver analizzato i bilanci delle aziende sanitarie, ha commissionato a un ente di terza parte per avere un riscontro di verifica indipendente. "Negli ultimi anni il sistema sanitario della Regione Umbria ha mostrato evidenti criticità nel conseguimento dell’equilibrio economico e finanziario – è riportato nel documento - peraltro evidenziate dal Ministero dell’economia e delle finanze, già dal rendiconto 2021 in sede di verifica dei conti cui la Regione è sottoposta ai sensi della normativa vigente. Dal punto di vista della sostenibilità economica, nel 2024 il risultato economico del consolidato regionale della sanità è in realtà negativo per 90 milioni; in particolare il disavanzo delle 4 aziende del Servizio sanitario regionale è pari a 243 milioni e il risultato positivo della Gestione sanitaria accentrata regionale (specifico Centro di responsabilità che gestisce direttamente una quota del finanziamento del servizio sanitario regionale) pari a 153 milioni. Questo spiega anche come nel 2023 il ‘buco fosse di 193 milioni a cui però è stato sottratto il risultato della Gsa che comprende un’operazione di copertura con risorse straordinarie messa in campo dalla Regione per 93 milioni, per arrivare a un definitivo risultato positivo di 1,126 milioni.

Uno dei nodi principali è quello della mobilità passiva, di cittadini umbri cioè che si curano fuori regione pagati dal nostro sistema sanitario regionale. "L’assenza di qualsiasi manovra di efficientamento da parte dell’amministrazione regionale negli anni dal 2020 ad oggi ha comportato di fatto un trend in costante peggioramento dei conti – fa notare la Giunta –. Che è andato di pari passo con un peggioramento delle prestazioni del sistema caratterizzato da una serie di criticità che hanno riguardato sia la sua sostenibilità economica, sia un graduale peggioramento della mobilità sanitaria interregionale, con un aumento della quota di cittadini umbri che si recano presso altre regioni per usufruire di servizi sanitari (mobilità passiva) e una diminuzione di cittadini di altre regioni che vengono a farsi curare da fuori (mobilità attiva): la Regione Umbria negli ultimi 5 anni è diventata maglia nera per mobilità passiva a livello nazionale (fonte Agenas) con il 23,9% di incremento di costi dovuti a chi si reca fuori regione per curarsi".