REDAZIONE UMBRIA

Il Milione di Marco Polo a Foligno. Ritrovata una copia scomparsa

Eccezionale scoperta nella Biblioteca Diocesana Jacobilli: è il 145° manoscritto dell’opera, ignoto agli studiosi

Il manoscritto è stato ritrovato nei cataloghi della Biblioteca Jacobilli di Foligno

Il manoscritto è stato ritrovato nei cataloghi della Biblioteca Jacobilli di Foligno

Scoperta a Foligno una copia perduta del “Milione“ di Marco Polo. Un eccezionale ritrovamento scuote il mondo della cultura proprio nell’anno in cui si celebrano i 700 anni dalla morte del grande viaggiatore veneziano. Nei cataloghi della Biblioteca Diocesana ‘Ludovico Jacobilli’ è tornato infatti alla luce un manoscritto del “Devisement dou monde/Milione” presente nei cataloghi ma ignoto agli studiosi (è assente da tutti i censimenti del “Milione”) che risulta essere l’ultimo dei codici oggi noti in ordine di tempo del celebre testo di Marco Polo (sono 145 raggruppati in diverse famiglie).

Il ritrovamento, che si inserisce nel più ampio lavoro sul “Milione” coordinato da Eugenio Burgio, Marina Buzzoni e Samuela Simion dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e Antonio Montefusco dell’Università di Nancy, riveste un notevole interesse perché aggiunge nuove importanti informazioni sulla trasmissione del testo e le sue varie versioni: la storia della diffusione del Milione è in effetti una delle più intricate (e appassionanti) della letteratura medievale visto che il successo dell’opera determinò una fioritura di traduzioni, riscritture, adattamenti, riflesso dei numerosi ambienti in cui il testo fu letto. L’origine e la storia del manoscritto sono oscure: fa parte dell’ampio corpus donato da Ludovico Jacobilli alla biblioteca tra il 1662 e il 1664, ma non è chiaro dove e quando l’erudito folignate ne sia entrato in possesso.

È conservato nella Biblioteca Diocesana con segnatura “Jacobilli A.II.9” e trasmette la traduzione che gli studiosi chiamano VA, realizzata entro il primo quarto del Trecento nell’Italia nord-orientale. L’importanza di questa traduzione, spiegano i docenti universitari autori della scoperta, risiede soprattutto nell’ampiezza della sua diffusione: il testo di VA venne infatti sottoposto a numerose traduzioni, sia in latino che in volgare, tanto che gran parte dei manoscritti superstiti è, direttamente o indirettamente, una sua emanazione. Insomma è la versione in cui il libro di Marco Polo venne più letto e conosciuto in Europa. Solo nei prossimi mesi si potrà aggiungere qualche informazione sulla posizione del manoscritto nell’ambito della tradizione manoscritta del Milione, in attesa di uno studio più ampio, che sarà pubblicato su una delle riviste principali del settore. Attesa anche la pubblicazione della prima edizione digitale dell’opera di Marco Polo di Edizioni Cà Foscari.