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La camera nel centro storico. dove Andrea Prospero è stato trovato morto cinque giorni dopo la sua scomparsa
Quello di Andrea Prospero sarebbe stato un contatto da cancellare, come da cancellare le conversazioni. Perché, del ragazzo morto a Perugia, trovato senza vita il 29 gennaio, la polizia postale ha in mano i cellulari e le sim card rinvenuti nella stanza presa in affitto in centro a Perugia. Un contatto da cancellare, un legame da nascondere. Ma perché? Il messaggio, una sorta di alert, come rivelato nell’ultima puntata di “Chi l’ha visto?“ sarebbe iniziato a circolare in alcuni gruppi di Telegram, gruppi ritenuti per così dire in bilico tra il lecito e il non lecito, circa due settimane dopo l’indagine. Il messaggio riporta due nickname che l’autore dell’avvertimento attribuisce allo studente di Lanciano, trovato morto dopo cinque giorni di ricerche, deceduto a causa dei farmaci assunti. Un ulteriore elemento che sembra aggiungere mistero sulla vicenda del ragazzo abruzzese su cui sono ancora in corso indagini per chiarire le circostanze della morte. Un gesto volontario oppure indotto da qualcuno.
Piste che gli inquirenti stanno sondando, ma sembrerebbero portare verso il mondo “dark“ della rete. Per questo, sembrerebbero poter essere dirimenti gli elementi che potrebbero emergere dall’analisi degli smartphone recuperati e dal computer del ragazzo. Un computer, a quanto risulta, acquistato a novembre, che potrebbe essere “letto“, almeno in buona parte dei sui contenuti. Ma serve ancora del tempo prima di avere i risultati e poter verificare eventuali contatti avuti dal ragazzo ed altrettanto eventuali attività informatiche non note. Perché il sospetto che la sua morte possa legarsi a qualche attività informatica anomala sembra essere forte. Ma si attendono i riscontri oggettivi. Per la famiglia, assistita dagli avvocati Carlo Pacelli e Francesco Mangano, Andrea potrebbe essere finito schiacciato da una situazione più grande di quanto potesse immaginare, potrebbe essere stato usato da qualcuno, in un certo senso fregato. Sarebbe entrato in un vicolo buio senza avere la possibilità di uscirne diversamente da come è andata a finire.
Per questo, i fratelli e i genitori chiedono che sia fatta piena chiarezza sulla fine del 19enne, anche a costo di scoprire una verità scomoda, di venire a scoprire un Andrea che nessuno conosceva. A quasi un mese dalla scomparsa dello studente di informatica, sembrano ancora esserci dei coni di ombra su cui fare luce. Dalla provenienza dei soldi per l’affitto della camera alla necessità di avere un alloggio diverso da quello dove viveva, nello studentato poco distante. Dai numerosi cellulari alle ancor più numerose sim card, e poi le carte di credito intestate a persone diverse da Andrea. Una di queste, un ragazzo di Genova, è stato sentito dagli inquirenti e ha negato di conoscere Andrea e di aver avuto contatti con lui. L’altro nominativo corrisponderebbe a un “fantasma“.