SILVIA ANGELICI
Cronaca

Il paradosso: le aziende non trovano chi assumere

PERUGIA – Nonostante le numerose crisi aziendali nel Paese stiano mettendo a rischio quasi 120mila posti di lavoro. Il perché...

Il presidente Giorgio Mencaroni

Il presidente Giorgio Mencaroni

PERUGIA – Nonostante le numerose crisi aziendali nel Paese stiano mettendo a rischio quasi 120mila posti di lavoro. Il perché è presto spiegato: entro i prossimi tre mesi le imprese italiane hanno dichiarato all’Unioncamere-Ministero del Lavoro l’intenzione di assumere 1,37 milioni di lavoratori, di cui 380mila circa a tempo indeterminato, tuttavia, in un caso su due c’è il rischio di non poter procedere alle assunzioni a causa della carenza di candidati o dell’impreparazione di coloro che si presentano ai colloqui.

E indovinate a chi va la maglia nera del mismatch, ossia della macata corrispondenza tra domanda e offerta? L’Umbria è la realtà territoriale maggiormente in crisi: secondo lo studio nazionale il 55,7% degli imprenditori intervistati ha denunciato la difficoltà di reperimento. Seguono le Marche con il 55,6%, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto con il 55,1%.

"Un quadro questo delineato dalla Cgia di Mestre - sottolinea Giorgio Mencaroni - dove ormai si è cronicizzato il problema delle assunzioni considerate di difficile reperimento; quadro in cui l’Umbria continua a far registrare una percentuale superiore alla media nazionale. Un fenomeno che dimostra come il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro sia ben lontano dall’essere superato, nonostante i numerosi sforzi fatti".

Quali i settori in cui si registra un maggiore gap di offerta? A fare i conti con un numero ridotto di candidati disponibili, sono soprattutto i settori statistico, sanitario e paramedico, medico e odontoiatrico e chimico-farmaceutico. Tra le competenze più richieste dalle imprese la flessibilità e adattamento (84,4%), la capacità di lavorare in gruppo (81,1%) e il problem solving (79,2%).

S.A.