
Il pericolo da tombini e fossi "Intasati e mai puliti, ora serve un piano vero di manutenzione"
Il Comune ha provato a giocare la carta dell’intervento nelle ore a ridosso dell’allerta meteo ‘gialla’ di venerdì e sabato, ma la richieste che piovono, è il caso di dirlo, sono quelle di una maggiore attenzione nel corso dei mesi, ricorrendo magari a una programmazione più incisiva. Anche perché questo era stato promesso. Si parla della pulizia delle caditoie (o forazze) destinate a fare defluire l’acqua piovana in occasione di forti precipitazioni, come quella di giugno che provocò l’esondazione. Il sindaco Stefania Proietti, ieri l’altro, aveva annunciato che gli operai dei servizi operativi del Comune erano al lavoro per ripulire le forazze presenti lungo le vie del territorio comunale. Spiegando che l’intervento si rende necessario per garantire il libero deflusso delle acque piovane.
Ma le lamentele per caditoie ostruite (e non da oggi) sono presenti in molte zone del territorio, dal centro storico alle frazioni al pari di altri impedimenti, come segnala il consigliere comunale Emidio Fioroni riguardo ai fossi ostruiti, a Rivotorto, fra via del Sacro Tugurio e la ciclabile. Per tacere di situazioni imputabili a carenze strutturali del sistema fognario. E’ vero che nel comune di Assisi sono presenti circa 8000 tra pozzetti, forazze caditoie stradali (dato fornito dall’amministrazione nel 2018), è vero che si tratta di lavori che richiedono personale e che basta poco per vederli vanificati, ma allora si parlò anche di una mappatura per rendere possibile una efficace programmazione dei servizi, ma i risultati stentano a vedersi. Forse si potrebbe cominciare dall’ individuare pozzetti, forazze caditoie da ‘bollino rosso’ e cominciare a programmare interventi meglio scanditi nel tempo, cominciando dalle zone più a rischio.
Maurizio Baglioni