Secondo gli imprenditori italiani, tra il 2017 e l’inizio di quest’anno la percentuale di difficoltà nel reperire il personale è più che raddoppiata. Se otto anni fa 21,5 imprese su cento avevano denunciato la grave difficoltà nel trovare collaboratori da assumere nella propria attività, per l’anno in corso la soglia è salita al 49,4. In buona sostanza un imprenditore su due non riesce a trovare addetti da assumere nella propria azienda. Le differenze a livello regionale sono molto importanti. E la nostra Umbria è purtroppo la realtà territoriale maggiormente in crisi; sempre secondo l’indagine Unioncamere/Ministero del Lavoro presentata nei giorni scorsi, il 55,7 per cento degli imprenditori intervistati ha denunciato la difficoltà di reperimento del personale. Seguono le Marche con il 55,6, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto con il 55,1. Una crisi che si accentua di giorno in giorno e che vede la nostra regione in testa a questa preoccupante classifica.
In Umbria, come già raccontato nei giorni scorsi, a gennaio 2025, le previsioni di ingresso lavorativo aumentano leggermente rispetto all’anno precedente, raggiungendo 6.110 unità, trainate dai settori turistico, edile e commerciale. Nel trimestre gennaio-marzo le assunzioni previste sono 16.580, anch’esse in leggero calo con lo stesso trimestre 2024. Emergono tuttavia sfide importanti, come il crescente mismatch tra domanda e offerta di lavoro e la prevalenza di contratti a termine, mentre il ruolo delle competenze specializzate e dei diplomati si conferma centrale per il futuro occupazionale regionale.
Questo è un altro aspetto interessante. A gennaio 2025, il 13% delle entrate previste è destinato a laureati, una percentuale leggermente inferiore rispetto al 14% del 2024 e significativamente più bassa della media nazionale del 18%. Questo dato conferma la scarsa domanda di competenze altamente qualificate nella regione, sebbene alcuni settori, come quello tecnico e sanitario, abbiano manifestato una crescente necessità di personale specializzato. I diplomati rappresentano il 40% delle assunzioni previste, consolidando il ruolo centrale della formazione tecnica e professionale. I percorsi di istruzione tecnica superiore (Its) e i diplomi professionali rispondono in parte alle esigenze del mercato del lavoro, soprattutto nei settori del turismo, della logistica e delle costruzioni. Infine, il 37% delle assunzioni si rivolge a persone con una qualifica o un diploma professionale, mentre il restante 10% riguarda candidati con il solo titolo della scuola dell’obbligo.