
Il professor Porena ha presentato la sua candidatura in Gipsoteca
E’ il più giovane dei 5 in corsa per il rettorato: ieri, Daniele Porena, 48 anni, professore ordinario di Diritto costituzionale e pubblico, ha presentato ufficialmente la sua candidatura per il sessennio 2025-2031 e sceglie la Gipsoteca di palazzo Pontani, per illustrare le linee guida del programma che potrebbe proiettarlo alla guida dell’Università degli Studi di Perugia. Come noto la comunità accademica sarà chiamata al voto il 4 giugno (eventuale ballottaggio il 17). L’esito delle urne designerà il successore di Maurizio Oliviero, rettore uscente.
Sala gremita, rimasti solo posti in piedi, il professor Porena stringe mani e riceve tanti attestati di stima. E a chi gli chiede se si fosse aspettato tanto pubblico, risponde "ad averlo saputo conveniva prenotare la Notari!".
Dunque il programma. 44 cartelle, riassunte da uno slogan: "Università più inclusiva, più innovativa e più indipendente". Per l’Ateneo perugino, istituzione secolare che risale al ’300, Porena progetta lo "sviluppo di una didattica all’avanguardia, una attenzione alla parità di genere e alle pari opportunità, una ricerca avanzata, libera e plurale, la crescita e lo sviluppo delle attività di terza missione, la valorizzazione delle nostre preziose risorse umane. Ed ancora il rafforzamento del ruolo e del prestigio internazionale dell’ateneo, il decoro e l’adeguamento delle strutture immobili e delle dotazioni dell’ateneo con uno scouting delle risorse, il rafforzamento della sanità universitaria, una governance di ateneo e un’organizzazione più efficiente, la semplificazione delle procedure, lo snellimento della burocrazia, la creazione di una comunità energetica al polo di Ingegneria per ridurre l’impatto ambientale, la creazione di piattaforme scientifiche per favorire esperienze multidisciplinari su grandi temi di ricerca del nostro tempo".
Sul fronte sanitario, anche Porena riaffronta la delicata questione del "percorso volto alla costituzione delle aziende ospedialiero-universitarie, come asse strategico della sanità". Quanto all’indipendenza il professore non ha dubbi: "L’Università - dice – deve restare il tempio laico della cultura, del sapere e del pluralismo: non deve essere il giardino di una forza politica o l’orticello di un gruppo economico e finanziario, ma un luogo capace di attrarre investimenti privati e di renderli produttivi".
Silvia Angelici