REDAZIONE UMBRIA

"Il pronto soccorso di Assisi non si tocca"

Preoccupazione per il numero di medici a disposizione per il servizio in una città che ogni anno accoglie milioni di turisti

Dal 1° giugno il Pronto soccorso dell’ospedale di Assisi rischia di ritornare come 20 anni fa: se il medico in servizio deve uscire con l’ambulanza, in caso di necessità deve scendere il medico interdivisionale. E tutto questo proprio quando potrebbe ripartire il turismo. Timori che si rincorrono e che esprimono la forte preoccupazione per le più recenti vicende che riguardano il locale ospedale, da anni alla ricerca di un concreto rilancio e che ora rischia di trovarsi in una situazione di difficoltà il comparto dell’emergenza.

In un comprensorio che conta su 65mila abitanti, caratterizzato da attività industriali e artigianali, da importanti vie di comunicazione, con Assisi che rappresenta una punta di diamante nel comparto turistico accogliendo – sino al Covid-19 - milioni di turisti ogni anno. Era stato l’assessore municipale alla sanità e ai servizi sociali, Massimo Paggi, ad evidenziare i timori di chiusura del Pronto soccorso: andando verso la normalizzazione dopo l’emergenza Covid, il Pronto soccorso di Assisi dovrà far a meno 4 unità mediche che torneranno ai loro ospedali, dopo che erano venute a coprire pro-tempore altrettante figure di ruolo ad Assisi che per motivi diversi avevano abbandonato il servizio. Con un effetto gravissimo, in quanto le 7 unità restanti non saranno in grado di coprire al meglio i turni di servizio al Pronto Soccorso e per il 118; tutto questo alla vigilia poi delle ferie estive e al ritorno auspicato del turismo di massa che vede Assisi al centro dei flussi a livello regionale. Con la richiesta di andare a rivedere, in maniera organica tutta, la organizzazione dei servizi di urgenza in una visione nuova e pratica di essi. Paggi che punge la ‘politica’, partendo dallo slogan che, in questi giorni campeggia sulle plance pubblicitarie di tutto il comune: "Finalmente in Umbria Assisi conta".

"Scriverlo solo non basta, c’è la necessità di dare corpo alle parole – incalza Paggi –. Una occasione può essere il redigendo Piano Sanitario Regionale che dovrà declinare al meglio questo slogan confezionando per questa straordinaria città un’ adeguata sistemazione nel panorama sanitario regionale, anche in deroga alle leggi nazionali che ingabbiano gli ospedali di comunità come è stato classificato quello di Assisi". Anche Assisi Domani, lista civica di maggioranza, assicura che farà perciò tutto il possibile perché non cali l’attenzione sull’ospedale. "Chiediamo con forza agli organi competenti Regione, Asl e gestore dei servizi un piccolo concreto e fattibile impegno riaprendo il bar della struttura quanto prima – dice Assisi Domani –. Il personale che opera nell’ospedale ha il diritto di poter godere di uno spazio decoroso per le proprie pause".

M. Baglioni