
Lieta notizia è la riapertura al pubblico della galleria Diego Donati a Monteripido. Dopo la stasi ecco un appuntamento di estremo risalto con le opere di Luigi Frappi, pittura e grafica a sottolineare creatività, immaginazione, attimi sospesi. L’artista non ha necessità di presentazioni, è stato scelto a rappresentare l’Italia nella 54° Biennale, all’attivo ha un gran numero di mostre, partecipazioni, premi, ha fondato alcuni presupposti estetici che hanno per sfondo il Mito e poi il Revivalismo capaci entrambi di avvalorare scelte e indirizzi. Due quadri di grande formato con la corona di parecchi altri più contenuti parlano di spazio fatto di poesia delle cose (acqua, alberi, nuvole), di natura, di emozioni e contengono l’idea di infinito senza la presenza dell’uomo. Non è solo impressione visiva che si stampa nell’occhio ma la voglia di parlare di se stesso, di simboli, di sogni ad occhi aperti e di pensieri vagabondi. Tra colori palpitanti, ricchi di cipria e sussulti di vapori. Frappi non è un realista in senso stretto, non blocca l’istante presente, veleggia piuttosto dall’alto di una tecnica maiuscola in altri lidi, in altre dimensioni come se fosse Dioniso in persona a farsi beffe delle illusioni di Apollo, a infrattarsi in una macchia di querce, ad agitarle sotto il sussurro del primo vento del mondo, a far cantare il cielo. Uno sguardo, solo uno, ai pittori di fine ‘700 e l’ispirazione corre lontano, alla sua dimensione, ai suoi interrogativi. Sorprese e trasalimenti nell’assaporare questa pittura, così colta e personale da essere un diario segreto. E questo vale anche per le nature morte, preziose e limpide. In più si scorre la grafica, una città deserta, silente, fatta di abbandoni. La galleria, grazie alla splendida determinazione di Ada Donati, presidente dell’associazione, è aperta dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 18. Fino al 30 del mese.
m.c.