REDAZIONE UMBRIA

Il suo nome nel novero dei “Giusti tra le Nazioni” Aveva un sogno: la Casa della Riconoscenza

La struttura doveva essere aperta a tutti, senza limiti di razza o di religione. Rufino morì nel ’76

Padre Rufino Niccacci, nato a Deruta nel 1910, si era avvicinato alla vita monastica da giovanissimo. Arrivato ad Assisi aveva subito ricevuto degli incarichi di responsabilità all’interno dell’ordine dei frati minori e, nel periodo della seconda guerra mondiale, rivestiva la carica di guardiano del convento di San Damiano. Nel1943, dopo l’armistizio e la caduta di Roma nelle mani dei tedeschi, nel mese di settembre cominciarono ad arrivare ad Assisi, gruppi di Ebrei che cercavano rifugio contro la deportazione e lo sterminio. L’allora vescovo di Assisi, Nicolini, chiamò in curia il frate di Deruta per affidargli il compito di mettere in salvo queste persone che vivevano in stato di pericolo.

Il frate, da tutti conosciuto come uomo di grande abnegazione e coraggio, accettò l’incarico e riuscì a nascondere trecento ebrei fino alla fine del conflitto e garantirgli quindi la salvezza. Dopo la fine della guerra, il popolo ebraico volle inserire il suo nome nel novero dei “Giusti tra le nazioni”. Egli pensò di costruire, in una zona di Deruta detta Montenero, la “Casa della Riconoscenza” aperta a tutti senza limiti di razza o religione. Questo progetto, purtroppo, non vide mai la luce a causa della sua prematura morte, avvenuta il 16 ottobre 1976.