MICHELE NUCCI
Cronaca

Il turismo "sotto la lente". Gli italiani il ’tallone di Achille’. A luglio Perugia non cresce più

L’analisi dettagliata dei dati rivela che il territorio durante Umbria Jazz è ormai saturo. E l’ultimo dicembre è stato migliore rispetto a quello di due anni fa del Concertone in piazza.

Umbria Jazz non ha fatto il pienone

Umbria Jazz non ha fatto il pienone

Il turismo in Umbria non è tutto rose e fiori, tanto per citare Sanremo che comincia stasera. Leggendo i dati in controluce ci si accorge che ci sono periodi in cui le cose sono andate peggio del previsto, o zone che non crescono più numericamente mentre altre hanno potenzialità di sviluppo importanti. Cominciamo allora dall’ultimo mese di dicembre che ha fatto registrare qualche criticità: tranne l’eccezione del Tuderte, sia gli arrivi che le presenze degli italiani hanno fatto registrare un segno ‘meno’ rispetto all’anno scorso. A salvare il mese in parte sono stati gli stranieri, che però non hanno sempre compensato.

Alla fine le persone arrivate in Umbria sono state 175mila, 9mila in meno rispetto all’anno prima. E qualcuno potrà pensare che eventi come il Capodanno di Rai Uno in piazza possano aiutare a migliorare le cose... Dai numeri non si direbbe, visto che in questo fine anno sono arrivati il 65 per cento in più di turisti rispetto al 2022, quando Amadeus presentò il concertone in piazza IV Novembre a Perugia. E nel 2023 ben 30mila in più gli arrivi in tutta l’Umbria rispetto all’anno prima. Così si è fatta chiarezza una volta per tutte.

E per restare nel capoluogo, se si accende un riflettore su luglio – il mese di Umbria Jazz quando trovare un posto per dormire è un’impresa – ecco qua che quest’anno l’incremento in pratica non c’è stato. Si parla di un +0,1% per gli arrivi (24 persone in più per la precisione) e di un 2 per cento in più sui pernottamenti. Di certo è andata meglio che nel 2022, ma non è escluso – come afferma più di un esperto – che la città e i dintorni in quei giorni non siano in grado di dare più risposte alle tante richieste. E a conferma che gli aumenti sono stati dello ’zerovirgola’ ci sono gli arrivi che sono calati in generale e specialmente gli italiani al Trasimeno.

Ad agosto invece contrariamente a quanto si era detto fin qui, le cose sono andate meglio che a luglio, con incrementi sia nel numero di visitatori che nei turisti e anche Perugia alla fine è andata meglio del previsto. Settembre invece è andata peggio del previsto un po’ ovunque, con segni negativi spesso elevati tra gli italiani.

Ecco il segnale da cogliere sembra proprio questo: i nostri connazionali hanno scelto meno l’Umbria rispetto agli anni precedenti. E l’autunno? E’ andata bene a novembre, ma non solo a Perugia in tutta la regione. I numeri erano bassini negli altri anni quindi le percentuali cresc, ma dire che è tutto merito di Eurochocolate forse è un po’ troppo: ci sono comprensori che hanno percentuali molto più alte, anche se la manifestazione di Eugenio Guarducci ha avuto un peso significativo. Tra l’altro a ben guardare, nel 2023 con Eurochocolate nel Perugino-Assisano i numeri non sono stati affatto eccezionali. In via definitiva, dopo aver ricordato che Assisi, Perugia e il Trasimeno si prendono più della metà dei turisti che vengono in Umbria, proprio al Lago c’è l’unico segno meno per il 2024: è quello degli italiani calati sia nel numero assoluto che nei pernottamenti (-2,2 e -4,2). Mentre le zone della Valnerina e anche l’Alto Tevere sono quelle che hanno maggiori potenzialità di crescita.

Michele Nucci