REDAZIONE UMBRIA

In campo contro la violenza. Sempre più donne pronte e chiedere aiuto

Oltre 2100 colloqui dall’inizio del 2024 nei centri umbri. La presidente. Lombardi: "La sensibilizzazione è efficace, il fenomeno sta emergendo".

In campo contro la violenza. Sempre più donne  pronte e chiedere aiuto

Scarpe rosse: ormai da tempo sono diventate il simbolo della battaglia contro la violenza sulle donne

Più donne si rivolgono ai Centri antiviolenza: sono in aumento, infatti, i colloqui garantiti dalle strutture di sostegno a chi si trova a vivere l’inferno in casa. Oltre 2100 in tutta la regione, dall’inizio del 2024, fino a pochi giorni fa. Un dato che se da una parte preoccupa per l’estensione del fenomeno (5/6 donne in media si rivolgono ogni giorno ai centri), dall’altro fa ben sperare perché quel fenomeno emerge, le donne chiedono aiuto nel tentativo di dire basta alla spirale di maltrattamenti fisici e psicologici a cui vengono sottoposto. Loro e i loro figli. Perché i Centri anti violenza umbri accolgono anche i minori. Qualche numero, per rendere l’idea. Il Centro antiviolenza “Catia Doriana Bellini“ di Perugia nel 2024 (fino al 23 ottobre scorso) ha effettuato 782 colloqui, accolto 122 donne, 10 ne ha ospitate con 11 minori. I colloqui del servizio “Telefono Donna“ sono stati 367 a Perugia e 443 a Terni. In ben 330 hanno chiesto aiuto (fino al 31 ottobre) al Centro antiviolenza Medusa di Città di Casello (l’anno prima erano state 264) e 175 all’omologa struttura di Gubbio (131 nel 2023). Numeri importanti, rispetto alla popolzione residente anche a Gualdo Cattaneo dove allo “Sportello Donna“ si sono rivolte in 26 (l’anno scorso era state 8). Ma sempre più chiedono consulenze legali e psicologiche con l’unico obiettivo di salvarsi dai propri aguzzini.

"L’attività di sensibilizzazione sta finalmente dando i suoi frutti – sottolinea Maurita Lombardi, presidente di Liberamente Donna, l’associazione che gestisce i centri antiviolenza di Perugia – e il fenomeno sta emergendo con le vittime che decidono sempre più spesso di chiedere aiuto. È tempo di agire in sinergia, di mettere in campo il protocollo di rete che è stato siglato dalle istituzioni e dare corpo agli intenti che vengono manifestati ogni 25 novembre".

Ecco. Perché ogni giorno dell’anno sia il 25 novembre. Che della lotta a ogni forma di violenza di genere non si faccia bandiera solo occasionalmente. Perché le donne e la società, ancora, hanno bisogno che questa battaglia venga combattuta con costanza e denari, quotidianamente.

AnnA