SILVIA ANGELICI
Cronaca

In nome dell’istruzione. Il metodo Montessori nell’aula diventata museo

Si trova all’interno della scuola dell’infanzia Santa Croce di Perugia "E’ il primo e unico ’teatro scientifico’ della pedagogia al mondo".

L’architetto Matteo Ferroni con la statua di Maria Montessori. a Perugia

L’architetto Matteo Ferroni con la statua di Maria Montessori. a Perugia

Sotto, i bambini giocano con i cubetti della torre rosa e con altre particolari attrezzature di legno, disegnano e si relazionano tra loro. Sopra, dalla balconata, le maestre osservano gli alunni senza farsi vedere, li ’studiano’, prendono appunti, si confrontano per comprendere l’universo tutto da scoprire dell’infanzia. L’equazione è presto impostata: la scuola si fa campo della sperimentazione. Siamo nell’"Aula di osservazione" progettata e realizzata da Maria Montessori nel 1950 all’interno della scuola dell’infanzia Santa Croce di Perugia.

"Primo e unico ’teatro scientifico’ della pedagogia al mondo – annunciano Eva Rossi e Matteo Ferroni, rispettivamente direttrice e membro del consiglio di amministrazione dell’ente –. In questo spazio Maria Montessori svolse le lezioni pratiche e di osservazione del XXIX corso internazionale, mentre la teoria proseguiva all’Università per Stranieri di Perugia". L’aula, che prende luce da due finestroni che guardano Assisi (niente è casuale), fu voluta dalla scienziata di Chiaravalle per osservare i bambini dell’asilo, ed è una testimonianza tangibile del metodo ’rivoluzionario’ introdotto da Maria Montessori, che prese le mosse proprio dall’Umbria, durante il soggiorno dai baroni Franchetti, imprenditori e mecenati illuminati.

L’architetto Ferroni ha portato a termine il recupero filologico e architettonico dello spazio. "L’aula – prosegue Ferroni – viene inaugurata in occasione delle celebrazioni del XIV Settembre 1861, data che coincise con la fondazione del Santa Croce, primo asilo pubblico della città. L’intento, a un anno dalla liberazione di Perugia e in pieno spirito risorgimentale, era chiaro: fornire ai perugini gli strumenti di una rinascita affinché una volta deposte le armi si lavorasse sull’educazione".

Ma il XIV Settembre è anche la data di un altra importante inaugurazione: taglia il nastro il Museo educazione e pace. Entriamo. Predomina il blu. Lo sguardo viene catturato da un immagine del Poverello di Assisi e da un poster di Gandhi uniti da una linea tratteggiata di rosso tra carte geografiche e grafici: cosa ci fanno questi grandi qui dentro? "Il Museo – dice Ferroni – è un percorso espositivo che parte dalla terra di san Francesco e finisce in India. La pubblicazione del Metodo della Pedagogia Scientifica, scritto e stampato in Umbria nel 1909, coincide infatti con l’inizio di un profondo legame tra la scienziata e San Francesco, santo da lei più volte evocato. Attraverso il modernismo di Paul Sabatier e il rapporto con le suore francescane, Montessori intuisce che lo sviluppo delle attività cognitive, fulcro della pedagogia scientifica accademica, non è sufficiente: "Ci siamo ora accorti che la nostra missione è spirituale", affermerà nella prolusione del corso insegnanti svoltosi nel 1910.

Altra esperienza fondamentale per la studiosa è l’India della Società Teosofica, di Tagore e di Gandhi, dove soggiornerà per circa dieci anni a partire dal 1939. Il resto è cronaca". Il messaggio di Maria Montessori? Ferroni non ha dubbi: "E’ di un’attualità sconvolgente: la pace si costruisce con i Tavoli, ma anche con i tavolini dei bambini".