REDAZIONE UMBRIA

In viaggio con la cocaina Madre e figlia arrestate dopo lo sbarco a Olbia

Tre chili di droga scoperti nell’auto sulla quale viaggiavano le due donne (43 e 23 anni) finite in cella per traffico di stupefacenti.

In viaggio con la cocaina  Madre e figlia arrestate  dopo lo sbarco a Olbia

In viaggio con la cocaina Madre e figlia arrestate dopo lo sbarco a Olbia

In viaggio con tre chili di cocaina nella borsa. Dall’Umbria alla Sardegna come due, apparentemente normali, turiste. Ma che tanto “normali“, alla luce della scoperta fatta, non sono. Madre e figlia, 43 e 23 anni di origini albanesi, residenti in Umbria, sono state arrestate al porto di Olbia dalla Guardia di finanza. Tradite dall’agitazione sul momento inspiegabile, e dal fiuto dei cani antidroga, a chi il carico “speciale“ non è sfuggito. Le due donne sono state intercettate al loro sbarco dal traghetto partito da Civitavecchia. Come di consueto, le auto sbarcate dal traghetto di linea, sono state sottoposte a controlli a campione.

Sulla piccola utilitaria con a bordo madre e figlia, mentre i militari delle fiamme gialle verificavano i documenti, i cani antidroga Betty e Daff hanno iniziato a segnalare vistosamente una borsa posta ai piedi del sedile anteriore del passeggero. Visto l’inequivocabile messaggio inviato dai cani e il crescente nervosismo delle due donne all’insistere dei due animali, i finanziari avevano approfondito il controllo dell’autovettura e dei bagagli.

Trovando conferma ai sospetti sollevati dai due “investigatori“ a quattro zampe. Così, all’interno di una busta in carta nascosta nella borsa segnalata da Betty e Daff, sono stati trovati tre panetti perfettamente confezionati, contenenti complessivamente 3 chili di cocaina. La sostanza sequestrata, riferisce la Guardia di finanza, una volta tagliata ed immessa sul mercato, avrebbe fruttato oltre mezzo milione di euro.

Al termine delle operazioni, le due donne sono state arrestate con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti e poste a disposizione dell’autorità giudiziaria di Tempio Pausania che ne ha disposto il trasferimento nel carcere di Bancali a Sassari. L’attività di controllo capillare, sottolineano dalla Guardia di Finanza, è da inquadrarsi nel dispositivo permanente di contrasto ai traffici illeciti, coordinato dal comando provinciale delle Fiamme gialle di Sassari e che interessa i principali punti di accesso al nord dell’Isola.