Aumento delle diossine, sit-in di protesta, esposti in Procura. Il maxirogo alla Ferrocart di Maratta, dove domenica scorsa sono bruciati per ore centinaia di quintali di plastiche da rifiuto destinate al recupero, ha un primo effetto ambientale: l’innalzamento delle diossine nel particolato.
Si tratta dei primi risultati delle analisi dell’Arpa . "Il parametro sicuramente più significativo è quello delle PCDDF (diossine) di solito riscontrabili, in maniera abbondante, nei processi di combustione incontrollata – comunica l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente_. Le concentrazioni rilevate nel particolato raccolto in prossimità dell’incendio e durante lo sviluppo dello stesso, sono elevate e indicative del fatto che queste sostanze si sono sviluppate e diffuse in ambiente, ma non rappresentative della effettiva esposizione della popolazione". "Per le PCDDF (diossine) – aggiunge Arpa – non ci sono limiti di riferimento in atmosfera in quanto questa non rappresenta la principale via di esposizione per l’uomo. La diossina infatti viene assimilata dall’uomo attraverso la catena alimentare".
"È evidente l’innalzamento dei livelli di PCDDF specie nelle postazioni di Carrara e Le Grazie – continua Arpa _sicuramente riconducibile all’evento accidentale, che ha raggiunto il picco di 100 fgTEQm3 il 20 febbraio. Da segnalare che già il 21 febbraio il livello di tale parametro è sceso a 50 fgTEQm3".
Arpa rimanda ad oggi un confronto con l’Asl " al fine di determinare eventuali provvedimenti a tutela della salute delle persone".
Intanto il Comitato No Inceneritori organizza sabato alle 15 un presidio di protesta davanti al Comune.
Quindi, come già riportato, doppio esposto-denuncia alle Procure di Terni e Perugia, da parte di Europa Verde Umbria. I portavoce umbri del partito, Gianfranco Rosario Mascia e Eva Haussegger, e la referente ternana Francesca Arca chiedono agli inquirenti di disporre gli "opportuni accertamenti", valutando "eventuali profili d’illiceità penale".
Stefano Cinaglia