Inchiesta per truffa sulle azioni. Sfiorata anche la Cassa di risparmio

Presunti coinvolgimenti di dirigenti nell’indagine della Procura di Bari sull’emissione dei titoli poi svalutati

Ci sarebbero anche alcuni dirigenti della Cassa di risparmio di Orvieto tra gli 88 indagati da parte della Procura di Bari nel contesto dell’inchiesta aperta in relazione all’ipotesi di truffa che sarebbe stata consumata attraverso l’emissione di azioni della Banca Popolare di Bari. Le vittime della presunta truffa sarebbero 176 clienti della banca. La vicenda si riferisce a quanto avvenuto alcuni anni fa quando la Cassa di risparmio di Orvieto era ancora sotto il controllo della Popolare di Bari quale azionista di maggioranza. In quel contesto, l’istituto di credito pugliese aveva emesso azioni proprie che erano state immesse sul mercato dell’Italia centrale, in particolare di Umbria, Lazio e Toscana, anche tramite le filiali della controllata Cassa di Orvieto. Quelle azioni vennero in seguito svalutate, divenendo oltretutto invendibili per i clienti che le avevano acquistate, se non a fronte di forti perdite.

Perdite che nel territorio orvietano, umbro, dell’alto Lazio e della Toscana meridionale si erano poi concretizzate in oltre 85 milioni di euro, usciti dalle tasche di centinaia di risparmiatori sotto forma di minusvalenze. Per cercare di tutelare i clienti della banca si era costituita l’associazione Prometeo i cui legali avevano sostenuto ciò che ora viene ribadito anche nella ipotesi di accusa della magistratura pugliese, ovvero il fatto che i clienti a cui erano stati venduti i titoli non erano stati messi nelle condizioni di valutare con cognizione di causa il livello di rischio che quel tipo di investimento avrebbe comportato. Varie cause sono state intentate anche di fronte al tribunale di Terni oltre che a quello di Bari, ma con esiti altalenanti. A conclusione delle indagini preliminari sono stati emessi gli avvisi per truffa aggravata, fra questi spiccano i nomi di Marco Jacobini, presidente del consiglio d’amministrazione, suo figlio Gianluca, direttore generale assieme a Vincenzo De Bustis Figarola, l’amministratore delegato Giorgio Papa e il funzionario Gianluca Bonerba. L’attuale proprietà di Popolare di Bari e della Cassa di risparmio di Orvieto, Mediocredito Centrale è totalmente estranea ai fatti contestati dalla Procura di Bari.

Cla.Lat.