Perugia, 12 aprile 2019 - Telefonini intercettati e cimici negli uffici. Per captare le conversazioni tra gli indagati nell'inchiesta choc sulla sanità in Umbria la Guardia di Finanza si è avvalsa di diversi apparati tecnologici. E dei "trojan", quei "cavalli di Troia" virtuali, quei programmi-spia che captano tutte le attività di uno smartphone, compresi i messaggi.
Questo emerge nell'ordinanza del gip di Perugia Valerio d'Andria riguardo agli arrestati. Il lavoro degli inquirenti "ha consentito di documentare il significativo contenuto di alcuni colloqui tenuti dall'indagato Emilio Duca, direttore generale dell'azienda ospedaliera di Perugia, al di fuori del suo ufficio", si legge nella stessa ordinanza. Sia Emilio Duca che Maurizio Valorosi, direttore amministrativo della stessa azienda, entrambi indagati nell'inchiesta, erano anche sottoposti a intercettazione ambientale in ufficio.
Nell'ordinanza d'arresto del gip di Perugia che ha portato alla luce lo scandalo della sanità umbra si legge tra l'altro di una presunta "alterazione della procedura concorsuale consistita nella manipolazione dell'esito del sorteggio dei componenti della commissione esaminatrice".