Perugia, 25 febbraio 2022 - Barelle nei corridoi, carenza di personale infermieristico, demansionamento cronico causato dalla assenza di personale, rischi indicibili per pazienti ed operatori, organizzazione carente. Queste le rivendicazioni del personale infermieristico del Santa Maria della Misericordia di Perugia che è in stato di agitazione per protesta. A farlo sapere i segretari di Nursind, Marco Erozzardi e quello di Nursing Up, Stefano Cecchetti che stamattina hanno preso parte al presidio dei lavoratori in piazzale Menghini, davanti all'ospedale di Perugia «per rivendicare il diritto a lavorare con dignità in modo da poter garantire salute alla cittadinanza».
Le situazioni di disagio, secondo le organizzazioni sindacali, arrivano dai reparti di degenza di Medicina Vascolare, Medicina del Lavoro/Neurologia, Geriatria, Misem, Medicina Interna A e Gastroenterologia. «Il numero massimo di pazienti generalmente possibile da accogliere nelle medicine è pari a 24 – affermano Cecchetti ed Erozzardi –, la maggior parte allettati, affetti da comorbilità e che, in molte occasioni, richiedono addirittura un monitoraggio completo, senza avere a disposizione una centralina atta allo scopo. Tutto ciò si traduce in un grave rischio per degenti e operatori sanitari. A questi si aggiungono, ormai di routine, dai 2 ai 5/6 letti aggiunti nei corridoi che a volte richiedono spostamenti notturni, gravando non solo sul lavoro del personale sanitario infermieristico – sottolineano - , sprovvisto in quelle ore di figure di supporto, ma anche sul benessere psico-fisico dei degenti».
Proprio su questo aspetto Nursing Up e Nursind puntano il dito: «I ricoveri in corridoio che durano per molte ore sino ad alcuni giorni costringono i pazienti a soddisfare i loro bisogni primari alla vista di tutti (fortunato chi ha un paravento), ad essere sottoposti a visite routinarie, consulenze e procedure assistenziali in un contesto assolutamente non idoneo che ne mette a rischio dignità, privacy e sicurezza (basti pensare ai presidi elettromedicali collegati con prolunghe e ciabatte o alle bombole di ossigeno senza gli appositi supporti/sostegni che ne evitano la caduta ed il pericolo scoppio). Tale situazione non è più tollerabile. La professionalità degli operatori della sanità che prestano servizio in questi contesti va assolutamente tutelata e riportata a livelli minimi di dignità".