Due chirurghi ortopedici in servizio all’ospedale di Orvieto sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire, con 30mila euro complessivi, una paziente ultra70enne ricoverata per la frattura del femore in una caduta e che si era ritrovata una ’ipometria’ negli arti inferiori di cinque centimetri. Una gamba era insomma più corta dell’altra. L’episodio si era verificato al Santa Maria della Stella alcuni anni fa dove l’anziana si era recata in seguito a quello che appariva se non un banale incidente. La Corte dei Conti ha accertato una condotta dei medici "gravemente colposa", i due avrebbero effettuato un intervento chirurgico inopportuno, inserendo nel femore un chiodo endomidollare piuttosto che applicare una protesi come richiesto in casi analoghi o delle placche. La tecnica del chiodo endomidollare, secondo quanto indicato dal professionista che aveva svolto la perizia, avrebbe potuto comportare il cedimento della frattura ossea e infatti, una radiografia effettuata a distanza di quaranta giorni dall’effettuazione dell’intervento, aveva fatto emergere un evidente cedimento dell’osso. Nella sentenza che ha condannato i due medici al risarcimento, la Corte dei Conti si riferisce la frattura del femore in un soggetto anziano come ad "un evento assolutamente di routine assistenziale". I medici sono stati chiamati in causa anche per non essere intervenuti a rimuovere frammenti ossei lasciati liberi e la cui presenza non sarebbe stata rilevata. La sentenza ha previsto un risarcimento di 30mila euro complessivi, visto che la donna non si sarebbe in seguito sottoposta ai regolari controlli di routine.
Cla.Lat.