TERNI Dottoressa dell’ospedale Santa Maria condannata dalla Corte dei Conti dell’Umbria a rifondere l’azienda ospedaliera della somma di 24mila euro, valore della transazione con una paziente di 48 anni che aveva lamentato “insoddisfazione“ in seguito ad un’ operazione di “mastoplastica additiva“, l’aumento del volume del seno. La dottoressa aveva eseguito l’intervento in regime libero professionale di intramoenia. "La paziente – si legge nella sentenza - formulava istanza di risarcimento danni nei confronti della dottoressa e dell’ospedale, producendo un parere medico legale nel quale si sosteneva che l’intervento era stato oggettivamente insoddisfacente dal punto di vista estetico a causa di un’esecuzione tecnica inidonea e non adeguata alla condizione della paziente". Quindi la decisione dell’Azienda ospedaliera di concludere in via stragiudiziale il contenzioso, con un accordo transattivo e 24mila euro da corrispondere alla paziente. Da qui il procedimento avviato dalla Procura contabile, informata dall’Azienda ospedaliera, verso la dottoressa. Quest’ultima si è difesa sostenendo che l’operazione, tecnicamente riuscita, aveva risposto a quanto richiesto dalla paziente, dopo che la stessa era stata informata anche degli eventuali rischi e quindi li aveva accettati. I giudici contabili però, riferendo di "marchiana imprudenza", ritengono "sussistere la colpa grave - si legge ancora in sentenza – , posto che la dottoressa ha eseguito un intervento di chirurgia estetica che, date le caratteristiche fisiche della paziente, era palesemente inadeguato e le cui conseguenze insoddisfacenti erano ampiamente prevedibili ex ante". Da qui la condanna della professionista a ridare all’ospedale quei 24mila euro.
CronacaIntervento estetico ’insoddisfacente’. Dottoressa condannata a pagare