La Cgil lancia l’allarme su invecchiamento, spopolamento e povertà nella provincia di Terni, chiedendo alle istituzioni "discontinuità, inversione di tendenza, cambio di passo". "I dati 2023 per la nostra provincia sono purtroppo molto negativi prima di tutto da un punto di vista demografico, perché continuano i fenomeni di invecchiamento e spopolamento che vedono Terni ai primi posti in Italia", così il segretario provinciale Claudio Cipolla. "Impressionante l’indice di invecchiamento della popolazione - sottolinea il sindacato – che nella provincia è del 267% (rapporto tra over 65 e under 15), quasi 100 punti sopra la media nazionale. Mentre è sempre altro il numero di giovani che lasciano il territorio per andare a studiare o lavorare altrove". "Un dato che chiede prima di tutto una presa di coscienza che non vediamo da parte delle istituzioni - continua Cipolla - e poi politiche radicalmente diverse in quattro ambiti fondamentali: salute, lavoro, sviluppo e sociale". In Umbria, osserva ancora il sindacato, le retribuzioni sono già sensibilmente più basse della media nazionale, ma la provincia di Terni sconta un ulteriore ritardo (circa 3mila euro in media rispetto alla provincia di Perugia) e cresce il numero di nuclei familiari sotto la soglia di povertà. Per quanto riguarda la sanità territoriale, il messaggio alla Regione è netto: "Basta con lo smantellamento del servizio pubblico, basta con le liste d’attesa infinite e con i finanziamenti al privato, servono investimenti in personale, nel territorio, nella rete ospedaliera e nell’assistenza domiciliare".
Ste.Cin.