
Sanità, ecco come cambia l’addizionale Irpef dell’Umbria dopo la manovra messa in campo dalla Giunta-Proietti
Perugia, 23 marzo 2025 – Da poco più di un euro al mese, fino a 15 euro in più per chi ha redditi elevati. Ecco come cambia l’addizionale Irpef dell’Umbria dopo la manovra messa in campo dalla Giunta-Proietti.
Le reazioni in queste ore si sprecano, ma intanto i cittadini si fanno i conti in tasca per capire meglio quanto peseranno gli aumenti. E quelli che scatteranno quasi subito (dal 15 aprile) sono proprio quelli dell’addizionale regionale Irpef.
Gli incrementi mensili sono via via più importanti man mano che si sale nella classe di reddito. Senza scordare che l’imposta è progressiva. Per capire come calcolarla si può partire da un esempio: con un reddito di 20mila euro si paga l’1,23% fino a 15mila euro, mentre la nuova aliquota dell’1,95% si applica nei restanti 5mila euro (da 15 a 20mila appunto).
Un soggetto con questo reddito passerebbe quindi a pagare da 265,40 euro annui a 282 che al mese significa da 22,14 a 23,52 euro, 1,38 in più ogni trenta giorni. Ognuno a questo punto può fare il calcolo che ritiene opportuno per capire quanto pagherà in più tenendo conto delle nuove aliquote: per lo scaglione da 15.000 a 28.000 euro l’aliquota sull’addizionale Irpef passerà all’ 1.95, per coloro che percepiscono un reddito più alto, da 28 mila a 50 mila, l’aliquota sarà del 2.05, mentre sarà del 2.1 per lo scaglione più alto, quello superiore a 50 mila.
Insomma in un anno l’aumento sarà molto variabile con una forbice di 16 euro in più per redditi di 15mila euro, fino a 190 euro per chi supera i 70mila. Questa parte della manovra dovrebbe produrre nelle casse della Regione circa 90 milioni. Quanto al bollo auto, il calcolo è molto più semplice: basterà aggiungere il 10% a quello che fin qui abbiamo pagato, ricordando che le nuove tariffe scatteranno in questo caso dal primo gennaio 2026 con entrate stimate in 10 milioni di euro.
Per l’Irap il discorso è più complesso. Intanto l’imposta si applica alla società, le persone fisiche e gli enti che esercitano attività commerciale. Poi sempre alle persone fisiche, le società semplici ed equiparate che esercitano attività di lavoro autonomo; agli enti privati non commerciali e agli enti e le amministrazioni pubbliche. L’aliquota base – sempre dal primo gennaio 2026 – passerà dal 3,90 al 4,40%, anche se poi nello specifico le aliquote sono tra loro molto diverse in base ai codici Ateco (basti dire che per le amministrazioni pubbliche attualmente ammontano all’8,50%): l’introito stimato è di 17,5 milioni di euro.