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"L’aspetto che più mi ha colpito, quando l’ho conosciuto, è stata la sua saggezza fuori del comune, una maturità che andava oltre la sua età". Parla così Jacopo Pastorelli, venticinquenne, che, insieme al fratello Mattia, ha conosciuto Carlo Acutis quando veniva in Assisi a trascorrere le vacanze estive. "La sua famiglia abitava vicino alla casa dove abitava mio padre con i genitori, nella zona di Santo Stefano; lo abbiamo conosciuto quando andavamo a trovare nonna Mirella – racconta ancora Jacopo –. Come passavamo le nostre giornate? Con semplicità, giocando a calcio, guardando un film, girando per Assisi". Riguardo alla grande maturità di Carlo, Jacopo ricorda un episodio emblematico. "Una volta stavamo a casa sua e mio fratello mi aveva un po’ maltrattato, cose che capitano, ma io c’ero rimasto male – ricorda –. Carlo, che aveva 13 anni, lo ha invitato ad andare via dicendogli che sarebbe potuto tornare a patto di non mancarmi di rispetto; poi si era messo a giocare con me, quasi per consolarmi. E infine ha fatto rientrare anche mio fratello…". Acutis era un grande appassionato di computer. "Era esperto e molto bravo. Facevamo delle riprese con la telecamera mentre giocavamo e poi lui le elaborava e realizzava dei video che poi vedevamo insieme". Quindi la sua fede. "Andava alla messa tutti i giorni e faceva la comunione. Ci invitava a seguirlo. Frequentava le chiese di Assisi, da quella di San Francesco a quella di Santa Maria Maggiore alle altre presenti nella nostra città. Ci capitava di accompagnarlo". Poi nel 2006 la tragica morte. "Ci eravamo visti d’estate, ad ottobre la sua scomparsa. La mamma di Carlo lo disse alla nostra nonna. Fu un grande dolore... Come ho vissuto la notizia della sua proclamazione a Beato? Con immensa gioia. Quando la settimana scorsa sono andato a vedere il suo corpo è stato commovente. Averlo visto nel sepolcro, dopo tanti anni intatto... è stato bellissimo. Una persona che rimarrà con me per sempre... ".
M.Baglioni