PAOLO IPPOLITI
Cronaca

La chiesa di San Bernardino riapre al culto

Umbertide, era stata danneggiata dai terremoti del 1996 e del 2016. Adesso, dopo un attento restauro, viene restituita ai cittadini

di Paolo Ippoliti

Chiusa da anni, danneggiata dai terremoti del 1996 e del 2016, la piccola e bellissima chiesa quattrocentesca di San Bernardino viene restituita alla città dopo un sapiente lavoro di restauro. Domani sera alle 21 la riapertura al pubblico, alla presenza del vescovo monsignor Luciano Paolucci Bedini, dei parroci della città, del sindaco Luca Carizia, dei membri dell’omonima confraternita da secoli custodi fedeli della chiesa, luogo che custodisce tradizionalmente la statua lignea del Cristo morto a cui Umbertide è devotissima. A illustrare i lavori Leonardo Tosti, Priore della Confraternita: "La chiesa, compromessa gravemente dal tempo e soprattutto dai terremoti, necessitava do un restauro strutturale e non solo. Soprattutto il sisma del 2016 ha aumentato le spaccature interne e la traslazione (spostamento, ndr) del campanile". Centomila euro la spesa, ottenuta con un finanziamento dell’ Ufficio ricostruzione terremoto Umbria - Marche 2016, grazie all’architetto umbertidese Francesco Raschi, molto apprezzato in Diocesi, che ha seguito l’operazione. I lavori, cominciati nel 2019, sono stati eseguiti dalla cooperativa sociale "Corinzi 13", fondata da Don Leonardo Giannelli.

"Le opere principali – spiega ancora Tosti – sono state il consolidamento della volta a mattoni, particolare e molto bella, il rifacimento delle architravature, il consolidamento del campanile e varie riparazioni. Stuccatura, tinteggiatura e una nuova illuminazione hanno ridato dignità alla chiesa. E’ stata poi rimessa al suo posto la croce di San Bernardino, caduta negli anni ‘90 e ritrovata casualmente al Centro San Francesco". Più complesso il recupero delle opere d’arte ospitate, sottoposte a vincoli stringenti. Effettuato negli ultimi anni il restauro del Cristo Morto dalla ditta spoletina Cobec, mentre rimane da sistemare (c’è un progetto) l’“Ultima cena“ di Muzio Flori sovrastante l’altare centrale, quadro ancora oggi sfregiato da una sciabolata inferta da un soldato napoleonico al tempo dell’occupazione francese di Fratta. Ed ancora: le statua lignea di San Bernardino e il Crocifisso sono state sottoposte a ripulitura e disinfestazione dai parassiti e rimesse al loro posto dopo ben 18 anni. Restaurata anche la tela “La Madonna e Sant’Erasmo“ (conservata nel museo di Santa Croce), che ha un particolare valore documentario e spirituale, ricordando essa la piena del Tevere che durante la guerra barberina, nel novembre del 1643, salvò la città dall’assedio delle truppe del Granducato di Toscana per intercessione della Madonna, proclamata patrona della città.

"Attorno a San Bernardino –conclude il Priore Tosti – ruota l’ultima confraternita umbertidese rimasta dopo la fine di quelle di Sant’Isidoro, del Santissimo Sacramento, della Compagnia della Buona Morte e di Santa Croce, anticipazione di un grande impegno sociale e religioso che continua ancora oggi grazie alle tante associazioni di volontariato che caratterizzano la città".