Il centrodestra si è riunto al secondo piano al termine della prima seduta per iniziare a concordare un lavoro comune che i tre partiti più la lista civica dovranno portare avanti in questi cinque anni. Ma si inizia intanto dalla designazione del nome del vicepresidente di minoranza che dovrebbe essere quello di Paola Agabiti, assessore uscente eletta stavolta nelle file di Fratelli d’Italia. Il portavoce dell’opposizione sarà invece Donatella Tesei, la presidente uscente della Regione che si assumerà quindi l’incarico di tirare le fila del centrodestra. Andrea Romizi verrà poi indicato come il presidente della Commissione controllo.
Fuori dall’emiciclo ieri, tra gli altri c’era Franco Zaffini, ora senatore di FdI, ma che conosce bene questi luoghi avendoli frequentati da consigliere di opposizione. Senatore, ma una disamina della sconfitta alle regionali il centrodestra l’ha fatta? Lui sorride, fa una battuta e se ne va. Già, perché fin qui la coalizione pare proprio non si sia mai incontrata per analizzare come mai ha perso e di come in 5 mesi abbia ceduto di nuovo al centrosinistra la guida del capoluogo umbro e della Regione: meglio nascondere la polvere sotto il tappeto. Gli elementi sono di sicuro tanti e variegati, ma in quel complesso mosaico in tanti nella coalizione ritengono che essere stati al governo abbia fatto perdere il contatto con la realtà, con la gente, con la ’strada’ come si diceva un tempo. La grande reunion dei capi nazionali del centrodestra a San Francesco al Prato messa in piedi per dare supporto a Tesei pochi giorni prima del voto, è stato un po’ lo specchio di quanto stava accadendo: i vip, gli amministratori e i raccomandati" con le poltrone riservati in prima fila e invece le sedie nelle retrovie per iscritti e simpatizzanti. Ma non è certo per colpa della tramontana gelata che tirava fuori quel giorno che in tanti se ne sono andati. Un segnale - piccolo magari - ma che nessuno ha colto...
M.N.