"La crisi del borgo di Corciano è soprattutto la crisi del centro storico, quello tra le mura, con troppi edifici vuoti, acquistati anni fa da proprietari che vivono altrove. E in generale, benché i residenti siano aumentati nell’ultimo ventennio, è una crisi che può essere superata solo con una politica residenziale di qualità, che possa attrarre giovani famiglie senza alcun consumo di nuovo suolo". L’assessore comunale di Corciano, Francesco Mangano (foto), interviene nel dibattito sulla crisi del borgo aperta dopo la chiusura della Forneria Brugnami "che – dice – è una notizia che rattrista e che ci rende tutti più poveri. Purtroppo da anni l’Umbria vive un sofferto calo demografico che determina innanzi tutto lo svuotamento dei borghi storici. Certo – aggiunge –, si può e si deve fare di più, ma sembra veramente banale liquidare il fenomeno attribuendo ogni responsabilità al Comune. I numeri, intanto, ci dicono che nel 2000 i cittadini residenti nel perimetro della frazione di Corciano erano 1032; ebbene, nel 2024 i residenti sono 1.232. Ne consegue che la crisi non è dovuta ad uno spopolamento meramente residenziale né ad una cessazione completa di attività, considerato che nel 20 anni fa c’erano 16 attività, cinque in più rispetto al 2024, al netto delle strutture ricettive dell’accoglienza diffusa. Ricordo – continua Mangano – che ancora oggi, chi apre un negozio nel borgo non paga la Tari per tre anni. Anche in questo caso, gli incentivi tributari non sembrano avere avuto particolare efficacia. Così come non regge l’accusa di immobilismo, considerato che impegnamo per il borgo di Corciano il 90% di tutte le risorse finanziarie per cultura e turismo: 135 mila euro, cifra che – e questo è un dato rilevante – rispetto al 2000 ha subito una forte riduzione, dovuta ai tagli dello Stato (per un totale di circa tre milioni). Sento inoltre spesso sostenere che la crisi dei borghi dipenda dai centri commerciali o da altre strutture alternative – prosegue –, ma se così fosse dovremmo arrivare alla conclusione aberrante che un centro storico sopravvive solo se non ha alcuna concorrenza; un centro storico deve vivere perché ha una sua forza attrattiva, una sua identità, una sua vitalità. Il borgo di Corciano è il salotto del nostro territorio, il riferimento essenziale per l’identità culturale e turistica, ma se lo pensiamo e lo viviamo con logiche vecchie saremo destinati a fallire. E – conclude – siamo aperti a contributi e idee per cercare di vincere questa sfida".
M.N.