La grande crisi del settore automotive si fa sentire anche nel territorio dove storiche aziende soffrono la difficile congiuntura. Tra di esse la Sigit Plast, sede di San Giustino, dove è stata attivata la cassa integrazione a zero ore per i dipendenti "sulla scorta di una decisione unilaterale dell’azienda, che prevede la sospensione totale del lavoro per un periodo indeterminato". I lavoratori coinvolti, una quarantina, sono quelli impegnati nelle attività legate alle produzioni di forniture di gomma e plastica dello stabilimento (accessori per auto e altro).
"Una scelta che non solo mette a rischio i posti di lavoro, ma aggrava ulteriormente la già delicata situazione economica e sociale dei dipendenti, che si trovano ora a fronteggiare un’incertezza totale sul loro futuro, coperti solo dall’ammortizzatore sociale": è il grido d’allarme di Cgil e Cisl di categoria che in un documento hanno diramato informazioni su questa crisi. Ufficialmente aperto lo stato di agitazione che prevede l’attivazione di un’assemblea permanente dei lavoratori e delle lavoratrici dello stabilimento di San Giustino di questa multinazionale con sedi sparse in Italia e nel mondo.
"Assemblea che resterà attiva fino al prossimo incontro sindacale previsto per il 15 novembre in ogni caso, fino a quando l’azienda non fornirà risposte concrete e non saranno dissipati ufficialmente i dubbi riguardanti la tenuta della sede", si apprende nella nota firmata da Euro Angeli per la Filctem Cgil e da Jacopo Maccari e Giovanni Amanti per Femca Cisl insieme ai rappresentanti dei lavoratori. Una misura definita "improvvisa e unilaterale" che solleva "gravi interrogativi sul futuro produttivo e occupazionale del sito". La preoccupazione cresce, in particolare, "alla luce di alcuni spostamenti di macchinari e stampi effettuati nei mesi scorsi, giustificati dalla direzione aziendale come necessari per trasferire lavoro in altre sedi che ne erano sprovviste, a causa della saturazione della sede di San Giustino", riferiscono ancora dipendenti e sindacati.
Dopo aver trasferito macchinari produttivi "per sostenere altre realtà aziendali", i lavoratori si trovano ora a dover affrontare la sospensione totale dell’attività per un periodo indefinito, "con il crescente timore che altri macchinari e stampi possano essere trasferiti ad altri sedi Sigit". Le organizzazioni sindacali denunciano "che questa scelta non è stata accompagnata da un piano industriale chiaro, che possa garantire la tutela delle professionalità e la salvaguardia dell’occupazione".