
La Maestà di Assisi Il “vero“ San Francesco
"Dobbiamo ringraziare Cimabue per questo affresco perché, con questa rappresentazione, ha messo in evidenza la semplicità di Francesco, la sua umiltà, il suo essere trasparenza di Dio". Sono le parole di fra Marco Moroni, Custode del Sacro Convento, in occasione dello svelamento dell’affresco della “Madonna in trono col bambino, angeli e san Francesco“ di Cimabue, la “Maestà di Assisi“, a conclusione dei lavori di restauro - durato un anno -, realizzato da Tecnireco diretta dal capo restauratore della Basilica di San Francesco Sergio Fusetti, grazie al contributo della casa automobilistica Ferrari. Era mezzo secolo che non si interveniva sul dipinto, databile tra il 1285 e il 1290, il primo realizzata da Cenni di Pepo, noto come Cimabue nella Basilica: l’opera è situata nella parte destra del transetto nord della chiesa inferiore, realizzata con una tecnica a secco; aveva subito numerosi interventi di restauro, con modifiche rilevanti, come nel caso del volto di san Francesco. Fra Moroni ha sottolineato gli interventi che sono stati realizzati dal 2012, che hanno fatto rifiorire la Basilica che si accinge a vivere importanti appuntamenti, dal Giubileo agli anniversari francescani. "Sono grato al professor Fusetti e all’équipe della Tecnireco, e ovviamente a Ferrari – ha aggiunto fra Moroni –, per la sinergia che ha permesso di portare a nuovo splendore un’immagine che non è solo un’opera d’arte, ma è, anzitutto per noi francescani e per tutti i devoti del Santo, un richiamo dall’alto valore simbolico alla figura e ai valori di san Francesco stesso. Tutto ciò è molto significativo mentre ci prepariamo al grande centenario francescano del 2026 in cui celebreremo gli 800 anni della pasqua del Santo di Assisi. Il ritratto di san Francesco, rappresentato in questo capolavoro di Cimabue, ci riporta alla sua figura storica che manifesta ancora oggi una straordinaria attualità e continua a essere fonte di provocazioni profonde per noi, per la Chiesa e il mondo intero". Il sindaco Stefania Proietti ha espresso gratitudine, parlando di "giorno straordinario". Del professor Elvio Lunghi l’intervento sull’opera di Cimabue nel suo complesso, la storia e l’aspetto speciale dell’affresco: "Il Poverello di Assisi è questo – ha detto –: il ritratto di un uomo umile, anzi è l’immagine dell’umiltà". Un video ha illustrato il restauro, poi l’intervento di Sergio Fusetti, giunto nella terra di san Francesco, dalla natia Galatina, cinquant’anni spesi al servizio di Assisi e della Basilica dedicata al Santo Patrono d’Italia. Fusetti ha ringraziato i restauratori che hanno operato per far splendere l’opera di Cimabue, sottolineando che si guarda già al prossimo restauro quello della Cappella di Santo Stefano, affrescata da Dono Doni e Giacomo Giorgetti.