Nel palazzo vescovile-Santuario della Spogliazione la Prefettura di Perugia, in occasione del Giorno della Memoria, ha consegnato le medaglie d’onore "ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra".
A ricevere i riconoscimenti sono stati i familiari di Massimo Angeli, nato a Collazzone, Mariano Cosucci, nato a Magione, Cesare Machelli, nato a Scheggia e Pascelupo, Renato Marini, nato a Bolzano, Francesco Palazzi e Pompeo Patarini, nati a Spoleto, Mario Porcorossi, nato a Perugia, Giovanni Rosati, nato a Foligno e Alfiero Stocchi nato a Gubbio.
Mattinata aperta con i saluti di Marina Rosati, ideatrice e curatrice del "Museo della Memoria, Assisi 1943-1944", del vescovo Domenico Sorrentino, il vice presidente della Regione Umbria, Roberto Morroni, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti. Il prefetto di Perugia, Armando Gradone, ha incentrato il suo discorso sulla parola dignità, ricordando la tragica vicenda che è stata la Shoah e come "tuttora nel nostro paese ci sono segnali di antisemitismo, basti pensare ai disegni imbrattati nel Binario 21 a Milano. Questa giornata serve per ricordare che la vita umana non può essere violata".
Il sottosegretario agli Interni, Emanuele Prisco, ha ricordato che "c’è un comune sentire della nostra nazione sull’importanza di questa giornata, non solo per omaggiare le vittime e abbracciare i loro cari, per onorare il sacrificio dei Giusti che con piccoli e grandi gesti di coraggio hanno interrotto la spirale di odio, ma anche perché stiamo assistendo al ritorno dell’antisemitismo".