MAURIZIO BAGLIONI
Cronaca

La morte di Piampiano. Il Gup visionerà i video

Assisi, udienza preliminare per la tragedia del 24enne durante una battuta di caccia. Gli avvocati chiedono l’omicidio volontario per Fabbri, si torna in aula.

Assisi, udienza preliminare per la tragedia del 24enne durante una battuta di caccia. Gli avvocati chiedono l’omicidio volontario per Fabbri, si torna in aula.

Assisi, udienza preliminare per la tragedia del 24enne durante una battuta di caccia. Gli avvocati chiedono l’omicidio volontario per Fabbri, si torna in aula.

ASSISI – Ancora situazione di incertezza dopo l’udienza preliminare di ieri, al palazzo di Giustizia di Firenze, per l’uccisione di Davide Piampiano (foto), 24 anni, nel corso di una battuta di caccia al cinghiale per un colpo di fucile esploso da Piero Fabbri. Era l’11 gennaio 2023, teatro del dramma il fosso delle Carceri, zona impervia del Subasio, area protetta. Il Gup Anna Donatella Liguori, dopo aver ascoltato i legali della parte civile Franco Matarangolo, Giovanni Flora e Francesco Maresca, e Luca Maori per l’imputato Fabbri, ha stabilito di visionare il video che è stato registrato dalla telecamera che Davide Piampiano aveva con sé e che ha ripreso immagini e audio del dramma che si è consumato; video che aveva smascherato il tentativo di depistaggio di Fabbri che aveva detto ai Carabinieri, nell’immediatezza dell’omicidio, che il giovane assisano si era sparato da solo. Con la conseguenza che si tornerà in aula, sempre a Firenze (la mamma della vittima è un magistrato del distretto umbro), il prossimo 17 giugno. Nel corso dell’udienza è emerso che Maori ha avanzato, nei giorni scorsi, la proposta di patteggiamento ‘allargato’ che consentirebbe al suo assistito di scontare una pena di tre anni fuori dal carcere. Dal canto loro Matarangolo, Flora e Maresca che assistono i familiari del giovane assisano hanno chiesto con fermezza che Piero Fabbri sia chiamato a rispondere di quella che era stata l’imputazione iniziale, l’omicidio volontario con dolo eventuale che aveva condotto lo sparatore in carcere, e non di semplice omicidio colposo pur aggravato. Questo perché Fabbri ha sparato ‘nonostante la previsione dell’evento’, considerati gli elementi che sono emersi nel corso delle indagini e suffragati dal video e dalle perizie eseguite; a cominciare dalla presenza in zona di Davide Piampiano (i due si erano sentiti anche per telefono) che avrebbe dovuto indurre Fabbri – cacciatore molto esperto - a non sparare e per giunta ad altezza d’uomo, per giunto con tutto il tempo – 3.65 secondi, come hanno evidenziato i legali della parte civile – intercorsi prima dello sparo. Considerazioni che sono, peraltro, presenti nel disposto del rinvio a giudizio dove il Gip aveva sottolineato come l’accaduto "avveniva per negligenza, imprudenza e imperizia".

M.B.