
La richiesta di credito delle aziende umbre dal 2011 in poi è calata del 36%. E i depositi per contro sono aumentati di 167 punti e sono pari a 6,1 miliardi.
"Pensavamo che in questi ultimi 15 anni fossero state le banche ad aver chiuso i rubinetti del credito alle aziende italiane, invece pare sia avvenuto l’esatto contrario. Sono gli imprenditori che avrebbero deciso di non rivolgersi più agli istituti di credito, risolvendo lo storico problema della mancanza di liquidità attraverso il ricorso all’autofinanziamento".
E’ la valutazione della Cgia di Mestre, l’ Associazione artigiani e piccole lmprese che ha analizzato il mercato creditizio delle imprese. "Come hanno fatto fronte al fenomeno? - chiede Cgia -Apportando capitali propri (di imprenditori e soci) o di terzi (attraverso il mercato dei capitali e l’azionariato diffuso). A sostegno di questa chiave di lettura segnaliamo anche la decisa diminuzione della domanda di credito avvenuta in questi anni da parte delle imprese, poiché, a seguito anche dei buoni risultati economici ottenuti, molte attività rimaste sul mercato hanno aumentato i risparmi e conseguentemente il loro utilizzo per far fronte alle spese correnti e agli investimenti.
Così a fine dicembre del 2011 (inizio della crisi dei debiti sovrani), i prestiti bancari alle imprese umbre ammontavano a 14,2 miliardi di euro, verso la fine del 2024, invece, la quota è scesa a 9 miliardi pari a una contrazione del 36,6 per cento.
Per contro, nello stesso arco temporale i depositi bancari delle aziende della nostra regione sono passati da 2,3 miliardi a 6,1 (+3,8 miliardi pari a un incremento del 167,5 per cento). Per avere una misura di confronto, ecco che tra il novembre 2011 (periodo di picco massimo dei prestiti erogati alle imprese) e lo stesso mese del 2024 (ultimo dato disponibile), la maggiore contrazione delle consistenze si è verificata nel Centro (-42,6 per cento) e nel Sud (-42,4 per cento).
In termini assoluti, invece, la riduzione più importante ha interessato proprio quest’ultima ripartizione geografica con un calo di 118,1 miliardi (vedi Tab. 2). A livello provinciale le flessioni più significative si sono verificate a Siena (-59,1 per cento), Savona (-58,9), Siracusa (-56,8), Novara (-53,8) e Rovigo (-52,4). Le uniche province che hanno ottenuto un risultato anticipato dal segno più sono state Trieste (+1,4 per cento) e Bolzano (+1,5). Il dato medio nazionale è stato del -34,9 per cento.