Perugia
Un “Bacio“ celeberrimo e romantico riapre la “Camera Oscura“ della Galleria Nazionale dell’Umbria. Lo spazio permanente dedicato alla fotografia del museo perugino arriva alla seconda tappa e dopo gli scatti di Fulvio Roiter si illumina da oggi al 4 maggio con una mostra intima e straordinaria: “In breve, Robert Doisneau“ (nelle foto) che celebra la creatività, la potenza immaginifica e la sensibilità di uno dei fotografi più influenti e amati del Novecento, cantore della Parigi del secondo dopoguerra con una serie di immagini perfette per costruzione e poesia.
L’esposizione propone 30 fotografie, alcune conosciutissime, altre meno note, che raccontano l’intera poetica del fotografo parigino, partendo dall’immagine più iconica, il famoso “Bacio dell’Hotel de Ville“, pubblicato sulla rivista americana Life nel 1950 e diventato simbolo di un’epoca e di una generazione. "Con questa mostra – ha spiegato ieri nell’anteprima il direttore Costantino D’Orazio – prosegue il lavoro della Galleria nella proposta delle esperienze artistiche internazionali più significative del Novecento. Con il suo obiettivo, Doisneau ha colto le fragilità, i sogni e l’entusiasmo di un periodo storico eccezionale, che presentiamo in Umbria per la prima volta.
D’Orazio sottolinea il piacere e l’orgoglio di portare in Galleria nomi famosissimi come già accaduto con Klimt. "Perché aprono orizzonti più ampi e attirano un pubblico più vasto, giovani soprattutto, spinti a scoprire il resto dell’offerta museale". E annuncia il prossimo step: "La Galleria avrà presto una collezione permanente di fotografia".
“Camera oscura“ si trova lungo il percorso espositivo e basta varcare l’ingresso di “In breve, Robert Doisneau“ per entrare davvero in un’altra dimensione. "Siamo a Parigi nel secondo dopoguerra con uno dei fotografi più importanti e amati della storia" dice la curatrice Alessandra Mauro che grazie a legami diretti ha selezionato le opere insieme agli eredi e all’Atelier Doisneau. "Era il momento d’oro – prosegue –, la città era simbolo di libertà e crocevia di persone, esperienze, artisti e Doisneau la attraversa e la racconta con il suo sguardo unico e caldo. Quella che si vede nelle foto è la Parigi dove avrebbe voluto vivere, con la sua curiosità di girare il mondo e conoscerlo come vocazione, con gli occhi aperti e il cuore in mano, sempre nel nome della libertà".
Le fotografie in mostra compongono il mosaico di una città che in parte esiste e in parte è forse frutto della sua fantasia con trenta visioni folgoranti. Spazio d’onore alla foto simbolo, il “Bacio dell’Hotel de Ville“ della quale viene raccontata la storia mostrando anche le due pagine di Life dove fu pubblicato il servizio nel 1950: la coppia è formata da due giovani, bellissimi aspiranti attori innamorati con i quali Doisneau girò per Parigi fotografandoli mentre si baciavano a Place de la Concorde, sulla Rue de Rivoli e, alla fine, all’Hotel de Ville. Curiosamente, sulle pagine di Life la foto non ha il posto centrale e solo 10 anni dopo trovò quel riconoscimento che la rende ancora oggi emblema della Francia, nonostante dispute legali che amareggiarono l’artista "E’ una foto perfetta per composizione e soggetto" dice Alessandra Mauro che ricorda i due video in mostra, con autoritratti di Doisneau e i suoi ritratti di artisti, letterati e poeti.
La mostra consacra il successo di “Camera Oscura“, un progetto curato da Marina Bon Valsassina e Costanza Neve. "E’ uno spazio dove le immagini prendono forma progressivamente – dice Marina Bon –. Con Roiter abbiamo dato luce all’Umbria ora lo sguardo si amplia a Parigi: un doppio binario, come le anime della Galleria". La mostra è realizzata con L’orologio società cooperativa – Business Unit Sistema Museo e il contributo del Gruppo Fiorenzoni, catalogo di Silvana Editoriale.