La parola agli studenti: "Chiediamo alloggi e servizi"

L’associazione Link Perugia torna sui temi caldi da risolvere: "Trasporti e posti letto da rivedere e correggere. Più spazi al Dipartimento di Filosofia" .

La parola agli studenti: "Chiediamo  alloggi e servizi"

La parola agli studenti: "Chiediamo alloggi e servizi"

PERUGIA

Gli studenti di Link Perugia ieri si sono riuniti per il II congresso dell’associazione universitaria. Con l’occasione, sono stati rimessi sul tavolo i temi caldi delle vertenze studentesche, sfociate l’autunno scorso con diverse mobilitazioni. Oltre a chiedere un confronto con la nuova sindaca, Vittoria Ferdinandi, per ripensare il rapporto tra città e studenti, i coordinatori Nicola Radicchi e Michele Saraceni sono tornati, tra gli altri, sul problema dell’emergenza affitti.

"Innegabili – dicono - i passi avanti fatti fino ad ora per dare risposte alla carenza di alloggi, dalla ristrutturazione dell’Ottagono ai nuovi posti letto a Fontivegge, fino ai 49 milioni stanziati dalla Regione per lo studentato di San Francesco al Prato. Ma ancora non basta: a settembre mancheranno comunque all’appello centinaia di alloggi. Per questo torniamo a caldeggiare un Piano organico che si faccia carico delle esigenze abitative". Al Comune, Link sollecita bus notturni, come il già collaudato Gimo, e il rafforzamento delle linee diurne. "Critica, infatti, la situazione del trasporto, soprattutto se si considera che molti studenti – fanno notare i due coordinatori - abitano nella periferia. In queste zone, oltre alle difficoltà negli spostamenti, a causa di un servizio inefficace, disorganizzato e insufficiente, sprovvisto di mobilità notturna, mancano spazi per lo studio e l’aggregazione". Le rivendicazioni verso l’Ateneo sono sugli spazi carenti per il dipartimento di Filosofia e per la tassazione. "Chiediamo – aggiunge Arianna D’Archivio – anche distributori gratuiti di assorbenti e contraccettivi a prezzi calmierati".

Intanto, Sinistra Universitaria-Udu Perugia sono di nuovo in pressing su Regione e Adisu per l’istituzione della cosiddetta “Carriera alias“, " strumento fondamentale – sostengono - per garantire un ambiente universitario inclusivo e rispettoso delle identità di genere".

Silvia Angelici