"La Perugia che voglio". Infrastrutture, turismo quartieri e sicurezza: candidate a confronto

Scoccia rilancia Brt e Nodo, Ferdinandi frena: "Vogliamo vedere progetti esecutivi e fondi finanziati". Divisione sull’ordine pubblico. Margherita: "Con noi città più attrattiva". Vittoria: "Immagine sbiadita".

"La Perugia che voglio". Infrastrutture, turismo quartieri e sicurezza: candidate a confronto

"La Perugia che voglio". Infrastrutture, turismo quartieri e sicurezza: candidate a confronto

di Roberto Borgioni

PERUGIA

Una cosa è certa: sarà un duello voto dopo voto, sezione per sezione, a decidere chi tra Vittoria Ferdinandi e Margherita Scoccia sarà la nuova sindaca di Perugia, prima donna a salire sullo scranno più alto di Palazzo dei Priori. Così La Nazione ha messo a confronto i programmi delle candidate di centrosinistra e centrodestra, con 14 domande sulle quali esprimersi in maniera secca, con un sì o con no. Ne escono due visioni di Perugia distanti tra loro, ma che su alcuni punti concidono.

Infrastrutture, tema caldissimo. In ballo Nodo di Perugia, Brt e Minimetrò. Scoccia non ha dubbi: sì su tutta la linea. Il Brt è un’occasione unica per la città e per alleggerire il traffico intorno all’ospedale, Il Nodo resta una priorità e il Minimetrò, ereditato dalle amministrazioni precedenti e che di certo non piace al centrodestra, va comunque tenuto in funzione "perché smantellarlo costerebbe più che mantenerlo". Ferdinandi usa invece più di un distinguo: "Non diciamo no ad opere che possono migliorare Perugia, ma vanno analizzate in tutti i dettagli: per il Brt non c’è ancora il progetto esecutivo approvato dopo la modifica di via Chiusi, inoltre viaggerà per il 70% su strade e non su corsie preferenziali, il rischio è che diventi un binario morto. Poi, dopo 20 anni, si parla ancora di Nodo, ma il Governo Meloni non l’ha ancora finanziato: quando diventerà un’opera strategica e realizzabile, lavoreremo insieme ai cittadini per verificarne l’impatto economico e ambientale. Intanto servono le nuove rampe a Ponte San Giovanni". E sul nuovo Curi, se Scoccia dice sì senza tentennamenti e sostiene la necessità dell’investimento sullo stadio, Ferdinandi osserva: "Non abbiamo sufficienti informazioni sul nuovo progetto e sulla sostenibilità finanziaria".

La sicurezza in città è un altro argomento forte e che anima non poco il confronto. Qui Scoccia difende lancia in resta quanto fatto nei dieci anni di governo del centrodestra: "Abbiamo ereditato dal centrosinistra una Perugia che era definita anche all’estero la capitale della droga, una delle città più violente d’Italia dove spacciatori e balordi aggredivano gli agenti persino in pieno centro. Oggi Perugia è un’altra cosa: lo dice la gente, che non ha più paura di uscire di sera, ma lo dicono anche i dati del Viminale che segnalano un netto calo nei reati. E poi guardate cosa erano dieci anni fa Ponte San Giovanni o San Sisto e guardate cosa sono adesso". Ferdinandi va al contrattacco: "Troppi nostri quartieri sono stati lasciati nel degrado, all’abbandono. Ce lo ha detto la gente durante gli incontri strada per strada: le persone in troppe zone di Perugia si sentono sole e trascurate. Annuncio già da adesso che, da sindaca, periodicamente dedicherò una giornata intera all’incontro con cittadine e cittadini, nei luoghi della partecipazione. Sarò io ad andare da loro, nelle piazze, nei nostri centri di aggregazione, laddove c’è un’esigenza di ascolto e considerazione". Su una cosa le due candidate sono d’accordo: sì ai rinforzi di Polizia e Carabinieri da impiegare in città, no all’Esercito nei quartieri.

A questi temi si legano per forza decoro urbano e immagine della città. Scoccia riparte da quanto fatto con l’ultima giunta-Romizi: "Siamo intervenuti per disinnescare potenziali bombe sociali, vedi le demolizioni a Ponte San Giovanni, e altri progetti sono in essere a Fontivegge, San Sisto e San Marco. Sottolineo che l’assessorato al decoro al momento esiste già, visto che quello che ho guidato io in questi anni era appunto l’assessorato ad urbanistica, edilizia e decoro urbano". Ferdinandi non è d’accordo: "Perugia non è migliorata, perché non esiste una sicurezza fine a sé stessa. Esistono invece città sicure, che sono il risultato di politiche urbanistiche, sociali, economiche, sanitarie e culturali efficienti. In altre parole: città partecipate, che è l’idea di Perugia che vogliamo costruire insieme".

Il turismo è un’altra questione portante. Secondo Ferdinandi la città non è stata adeguatamente valorizzata: "Troppe iniziative estemporanee, serve una visione innovativa e globale per promuovere Perugia, partendo dai giovani: la politica ha il compito di stimolare e sostenere iniziative, non di ostacolarle". Di tutt’altro parere Scoccia: "Ritengo eccezionali le misure che sono state prese negli ultimi cinque anni per valorizzare Perugia: considerata la crescita del 20% di visitatori, il Giubileo del 2025 rappresenta la nostra grande occasione". La sfida è lanciata ormai da quasi quattro mesi: lunedì alle 15 le urne chiuse emetteranno la sentenza.