MICHELE NUCCI
Cronaca

La povertà cresce ancora. Oltre 25mila umbri in difficoltà in più negli ultimi due anni

A rilevarlo è l’Istat che ha pubblicato l’indagine nelle regioni italiane. Il lavoro manca soprattutto tra le persone sole con meno di 35 anni .

In Umbria la povertà continua a crescere e negli ultimi due anni sono oltre 25mila in più gli umbri ‘poveri’

In Umbria la povertà continua a crescere e negli ultimi due anni sono oltre 25mila in più gli umbri ‘poveri’

In Umbria la povertà continua a crescere e negli ultimi due anni sono oltre 25mila in più gli umbri ‘poveri’. A fine 2014, infatti, secondo l’ultimo rapporto Istat sono quasi 120mila le persone a rischio di povertà o esclusione sociale, valore che è purtroppo in aumento sia rispetto al 2023 che al 2022 quando erano circa 95mila. Tre anni fa infatti la percentuale era dell’11,1 per cento, mentre l’anno dopo era già salita al 13 per cento. Ora siamo arrivati al 14%, un punto in più in un anno che significano oltre 8mila abitanti in più che sono diventati a rischio impoverimento in soli dodici mesi. A rilevarlo è l’Istat che ha appena pubblicato l’indagine sugli Indicatori di povertà nelle regioni italiane. In questa categoria vengono classificati gli individui che si trovano in almeno una delle seguenti tre condizioni: a rischio di povertà, in grave deprivazione materiale e sociale o a bassa intensità di lavoro. Le 120 mila persone a rischio in Umbria nel 2024 sono coloro che hanno avuto, nell’anno precedente l’indagine (2023), un reddito netto equivalente, senza componenti figurative e in natura, inferiore al 60% di quello mediano: stiamo dunque parlando di 12.363 euro annui (1.030 euro al mese) per una famiglia di un componente adulto. E a questo punto, stando ai numeri, in Umbria pare che non sono bastate l’insieme delle misure di sostegno alle famiglie. Misure che in alcuni territori hanno fatto ridurre il numero dei poveri, ma che nella nostra regione, visti i dati, non si sono dimostrate efficaci. Gli individui che nel 2024 vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro (cioè con componenti tra i 18 e i 64 anni che nel corso del 2023 hanno lavorato meno di un quinto del tempo) nella nostra regione sono il 5,1% (erano il 5,4 nel 2023), ammontando a circa 43.500. La quota di individui in famiglie a bassa intensità di lavoro aumenta, tra il 2023 e il 2024, tra le persone sole con meno di 35 anni (15,9% rispetto al 14,1% del 2023) e, soprattutto, tra i monogenitori, che presentano una percentuale più che doppia rispetto alla media nazionale (19,5% contro il 15,2% del 2023). A livello territoriale, nel 2024, il Nord-est si conferma la ripartizione con la minore incidenza di rischio di povertà o esclusione sociale (11,2%, era 11,0% nel 2023) e il Mezzogiorno come l’area del paese con la percentuale più alta (39,2%, era 39,0% nel 2023).