LUCA FIORUCCI
Cronaca

La pressa che ha ucciso Gabriele doveva essere spenta

Si sarebbe messa in funzione improvvisamente, mentre sarebbe dovuta rimanere spenta, la macchina fustellatrice che ha schiacciato e ucciso Gabriele...

Si sarebbe messa in funzione improvvisamente, mentre sarebbe dovuta rimanere spenta, la macchina fustellatrice che ha schiacciato e ucciso Gabriele Raimondo, 33 anni, all’Europoligrafico di Sant’Andrea delle Fratte. Il tecnico stava eseguendo un intervento di manutenzione come aveva già fatto in passato, il macchinario sarebbe stato regolarmente spento, poi, per ragioni che la Procura della Repubblica sta cercando di chiarire, la pressa si è rimessa in funzione colpendo il giovane fino ad ucciderlo. Gli accertamenti e le indagini sono ancora in corso, mentre nelle prossime ore dovrebbe essere fissata l’autopsia sul corpo del 33enne di Roccapiemonte, in provincia di Salerno. Raimondo, secondo quanto si apprende, si era già occupato dei macchinari tipografici dell’Europoligrafico di Sant’Andrea delle Fratte, era ritenuto un tecnico esperto. Qualcosa, evidentemente, martedì pomeriggio non è andata come doveva. Forse un malfunzionamento di un sistema di bloccaggio, forse un errore umano. Circostanze che gli accertamenti tecnici dovranno chiarire, mentre si riaccende nuovamente il faro sul dramma delle morti sul lavoro che collocano l’Umbria, stando ai dati del 2024, tra quelle con l’incidenza più alta rispetto al numero della popolazione. Una criticità su cui sono tornati i sindacati, ma anche le istituzioni, con la presidente della Regione, Stefania Proietti, e la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, intenzionate ad alzare, per le loro competenze, l’asticella dell’attenzione sul fronte sicurezza sul luogo di lavoro.

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