Mascia Aniello rincara la dose. La dimissionaria assessora comunale all’ambiente, per nulla rassicurata dall’incontro, per molti aspetti surreale, tra il sindaco Stefano Bandecchi, l’assessore allo sviluppo Sergio Cardinali e i sindacati dei metalmeccanici sul fatto che in Ast sia tutto a posto in termini ambientali, lancia strali: "Basta fingere, avanti con le Procure contro vari episodi criminali. Cromo esavalente nelle falde acquifere, nubi tossiche, uno spolveramento clamoroso, una depurazione che metallizza il fiume Nera, la contaminazione alimentare, e ancora altro, denunciato anche dal compianto magistrato Maurizio Santoloci, certificato dagli Studi Sentieri del Ministero della Sanità. Eppure non basta".
"Alcuni dei sindacati - continua – , informati per certo dai lavoratori, dovrebbero ben conoscere la natura dei fenomeni immortalati (il riferimento è alle polveri ndr), perché si ripetono costantemente ogni giorno, da anni. Tutto questo è legale? Io penso il contrario ed è masochistico fingere che nemmeno accada.
Molte immagini furono esaminate dallo stesso sindaco, che mi ha assicurato interessamento. Nove mesi fa, lui stesso, su mia richiesta, aveva chiesto formalmente ad Arpa e Regione di installare telecamere di sorveglianza delle emissioni fuggitive, che nessuno ha ovviamente mai installato, nonostante numerose sollecitazioni". Aniello aggiunge: "Esiste una ‘mano invisibile’ sulla città che ne forza di fatto il governo: i destini di Terni sono da sempre diretti da viale Brin e non da Palazzo Spada, visto anche l’ampio codazzo di funzionari pubblici distanti dai loro doveri d’ufficio e proni ai desiderata Ast, tra Roma, Perugia e Terni. Fin quando nei confronti di un’azienda ad altissimo impatto ambientale e sanitario, le relazioni industriali resteranno a un tale stadio di servilismo, non registreremo alcuna evoluzione. Da pubblico ufficiale ho scrupolosamente raccolto episodi di ogni tipo: siamo dinanzi a una questione giudiziaria criminale da aprire e definire il prima possibile"