Alessandro Orfei
NORCIA (Perugia)
Un passo alla volta, verso la rinascita. Inaugurato ieri, dopo otto anni dal terremoto, l’ingresso principale al centro storico: Porta Romana. Al taglio del nastro, dopo il restauro, hanno partecipato il sottosegretario Emanuele Prisco, il commissario straordinario alla ricostruzione post sisma Guido Castelli e l’assessore regionale al turismo Paola Agabiti. All’abate dei monaci benedettini, padre Benedetto Nivakoff, il compito di benedire la porta. A fare gli onori di casa il sindaco Giuliano Boccanera che ha sottolineato l’importanza dell’opera.
"Porta Romana - ha detto - oltre a essere il principale accesso alla città, è soprattutto il simbolo che accoglie il visitatore. È stato realizzato un lavoro straordinario che ci ridà finalmente la nostra porta cui i nursini sono da sempre molto affezionati. È un ulteriore tassello verso la completa ricostruzione di Norcia".
Boccanera ha ricordato che "a oggi la ricostruzione privata sul territorio comunale è stata completata per circa il 60%". "Entro un paio di anni - ha annunciato - il centro storico pensiamo di completarlo. Il 2025 verrà riconsegnato anche il palazzo del municipio, inaugureremo il teatro e inizieranno i lavori al museo della Castellina, mentre per le chiese forse servirà un po’ più di tempo". "A Castelluccio - ha concluso il sindaco - sono iniziati i lavori propedeutici per la ricostruzione del borgo che credo potrà concludersi tra quattro, cinque anni".
A intervenire durante l’inaugurazione anche il progettista e direttore dei lavori, l’ingegner Massimo Mariani: "La riapertura di Porta Romana non è solo la fine di un restauro in sé ma un evento simbolico. Per quanto mi riguarda è una delle opere più difficili che abbia mai realizzato, nonostante le dimensioni ridotte. Un grande e importante intervento, dunque, perché l’edificio aveva avuto una deformazione verso l’esterno come fosse un fiore. Era difficile ricollocare il paramento e la corte muraria nella stesse posizioni e riverticalizzare le mura. Ci siamo riusciti e ora è tutto più sicuro di quando è stato costruito". L’ingegner Mariani sottolinea anche come "sia stata proprio l’ingegneria a vincere a Norcia, perché dopo la tragedia del 1859, di terremoti se ne sono succeduti molti qui, ma con zero vittime. Da quella tragedia, che di morti ne fece molti, tra donne e bambini, è iniziato un continuo piano regolatore che è riuscito a tenere conto della difesa e della salvaguardia antisismica".
"Così dal 1979, il 1997, il 2009 - aggiunge Mariani - sono state tutte occasioni per adeguare le costruzioni alle tecnologie moderne. Il tutto in un contesto di terremoto disfattivo che ha portato non solo eventi di grande entità, ma anche una miriade di interventi di scala minore. Parliamo di 50 da 4, e 200mila da due. Una vibrazione continua che mette alla prova la solidità delle costruzioni".
Sul restauro di Porta Romana, Mariani fa una lode anche all’Umbria: "E’ stata un’operazione di artigianato che ha consacrato la scuola umbra di consolidamento e restauro, riconosciuta come valida in tutto il mondo. I tempi di esecuzione sono stati rispettati".
Tanti piccoli tasselli, dunque, stanno andando con calma alla normalità. Qualche giorno fa, per esempio, sono state inaugurate tre palazzine di Edilizia residenziale sociale di Ater Umbria, ricostruite dopo il terremoto. Così hanno potuto ritrovare la propria abitazione in muratura 23 famiglie. L’intervento è stato possibile grazie all’impegno della Regione Umbria, dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione e di Ater con i Fondi Sisma 2016, dell’Ordinanza Commissariale n°27 del 2017.