I conti della sanità umbra tornano, almeno quelli del 2023, perchè si teme per l’anno appena trascorso. A certificarlo il monitoraggio della spesa sanitaria regionale, redatto dal Dipartimento della Ragioneria dello Stato, secondo il quale l’avanzo di bilancio per la nostra regione è stato di 1,126 milioni. Un avanzo frutto della possibilità di usufruire delle cosiddette ‘coperture’ sancite dalla legge 197 del 2022. In pratica, infatti, la nostra sanità presentava un risultato di esercizio del conto economico relativo al quarto trimestre 2023 in disavanzo di 3,362 milioni di euro, ma avvalendosi di quanto disposto dall’articolo 1 della legge, ha conferito coperture per 4,489 milioni di euro nel corso del 2023, portando così il bilancio in avanzo.
La vera scommessa è ora quella del 2024: è qui che esistono i timori per un ‘buco’ che potrebbe aprire le porte a un commissariamento. Al momento è ancora però troppo presto per poter aver il quadro e comunque un bilancio economico positivo non significa che la risposta sulle prestazioni sia ottimale. Il tutto considerando che ieri sono scaduti i termini dell’avviso pubblico per presentare domanda per poter diventare direttore generale della sanità in Umbria. Detto ciò, gli altri dati del ‘23 però raccontano di come sia cambiato il finanziamento regionale per questo capitolo nel coro degli anni. Ad esempio nel 2014 era di 1,7 miliardi, salito a 1,948 dopo dieci anni, con aumenti costanti a partire dal 2020 in poi, anno di inizio della pandemia (1,820 miliardi contro 1,736 del 2019).
L’aumento della spesa riscontrato a decorrere dal 2018 è dovuto anche alla ripresa delle assunzioni nonché alla riattivazione delle procedure negoziali per il rinnovo dei contratti nazionali. Il picco massimo in Umbria è proprio quello del 2023 per la spesa dei redditi da lavoro dipendente della Regione, salito a 672 milioni (nel 2014 era di 614 milioni) che rappresenta quindi quasi un terzo dei costi totali della sanità, il 34,4 per cento per la precisione. E il boom c’è stato anche per la spesa farmaceutica: dai 155 milioni del 2014, si è passati a 242 del 2023. Nel 2020 è rinvenibile una crescita importante presumibilmente per le necessità legate all’emergenza sanitaria da Covid-19. L’aumento risulta comunque attenuato dalla contabilizzazione del pay-back per il superamento del tetto della spesa farmaceutica per consumi diretti. Dal ‘22 al 23’ i costi sono cresciuti di oltre 12 punti percentuali, con un incremento medio negli ultimi 10 anni che si è attestato fra il 9 e l’11 per cento. Risulta infine in calo la spesa per i medici di famiglia e i pediatri, scesa al 31 dicembre 2023 a 98,5 milioni, rispetto ai 102,9 dell’anno precedente (era di 94 milioni nel 2014).