La macchina della produzione è entrata in funzione a pieno regime. Si allestiscono i set, in interno come per l’esterno, ci si prepara ai ciak. Ma è soprattutto la polemica ad andare in scena. Quando si parla di Amanda Knox, a Perugia cala un velo scuro. Il ricordo va alla brutale fine che è toccata a Meredith Kercher, uccisa nella sua casa da studentessa diciassette anni fa, ma va annche ad Amanda Knox, l’inquilina processata per dieci anni con l’accusa di aver ucciso l’amica fino ad essere assolta definitivamente. Che a Perugia è tornata in alcune occasioni, che con la città non ha troncato del tutto i legami, e che, ora, dopo i libri e i documentari sulla vicenda, è tra i produttori della serie che, viene precisato, nelle otto puntate previste, racconterà non esclusivamente l’omicidio di Meredith, ma la vita dell’allora studentessa americana, con un inevitabile passaggio su uno dei casi più mediatici degli ultimi anni, una storia di malagiustizia secondo la diretta interessata.
Le riprese, già concluse a Orvieto, e ora approdate a Perugia, sono state autorizzate dal Comune vista l’intenzione espressa dalla produzione di valorizzare la città e non penalizzarla, viste anche le prospettive anche di future collaborazioni che possono essere attivate, con relativi benefici economici. Amanda sul set non si presenterà, secondo quanto si apprende, questione di opportunità e di volontà di pensare solo alla realizzazione del prodotto tv, senza alimentare dissapori che già così non mancano. Borbottano alcuni residenti per i posti auto tolti dal set nella zona della Conca, si interrogano stupiti i perugini che hanno visto spuntare dei banconi da fiera vicino alla fontana. È vero che tra poco inizierà Eurochocolate, ma quelli lì nello specifico fanno parte di uno dei set che interessano il centro storico. Attaccano dall’opposizione. Con l’ex assessore e attuale consigliere di Fratelli d’Italia, Margherita Scoccia che etichetta come "grave errore" l’autorizzazione alle riprese, "in quanto non considera l’impatto che avrà sulla città in termini di immagine e di reputazione". E ancora: "I presunti benefici economici e di visibilità di cui parla la sindaca giustificano il prezzo morale di riaprire una ferita così dolorosa?".