REDAZIONE UMBRIA

La serie tv divide la gente. L’ex primo cittadino Locchi:: "Mez resta nei nostri cuori"

"Fatto privato in un appartamento privato, che poteva avvenire in qualsiasi posto". Paolo Mariotti: "Ma avremmo volentieri fatto a meno di parlare di Amanda" .

La serie tv divide la gente. L’ex primo cittadino Locchi:: "Mez resta nei nostri cuori"

"Fatto privato in un appartamento privato, che poteva avvenire in qualsiasi posto". Paolo Mariotti: "Ma avremmo volentieri fatto a meno di parlare di Amanda" .

La serie tv su Amanda girata a Perugia, in un centro storico invaso dai tir e dalle attrezzature della troupe cinematografica, divide la città tra favorevoli e contrari. Non tutti sono infatti d’accordo sull’ok concesso alla produzione dalla sindaca Vittoria Ferdinandi di usare gli scorci del capoluogo come set per ambientare la drammatizzazione della vicenda giudiziaria della Knox. Le telecamere della fiction puntate sull’acropoli accendono dunque il dibattito. Renato Locchi, ai tempi del delitto di via della Pergola, era sindaco. "Ricordo – racconta oggi - che fui avvertito della tragedia che si era consumata nella notte di Halloween dall’addetto stampa Paolo Occhiuto. Ero da poco tornato dall’inaugurazione della Fiera dei Morti e rimasi sconvolto da quella notizia. Ora però sono decisamente stupito dalle polemiche sollevate in questi giorni. Si tratta di una fiction che arriva 17 anni dopo quel fatto sconvolgente, in cui nessun perugino, nè tanto meno la città si possono definire coinvolti. Infatti si è trattato di un fatto privato in un appartamento privato, che poteva avvenire in qualsiasi città e in qualsiasi momento. Ben diverso invece sarebbe stato se l’omicidio si fosse consumato in un luogo pubblico. Spostandoci sulle opportunità - prosegue Locchi – le belle e suggestive immagini del nostro centro storico grazie alla serie avranno un’ulteriore ribalta globale per essere apprezzate. E’ chiaro che l’affetto e il rimpianto per la figura di Meredith e le bellissime parole che lei e i suoi familiari rivolsero alla città e ai perugini rimarranno sempre nei nostri cuori".

Non si stupisce delle polemiche, l’artista ed ex presidente del Consiglio regionale Mauro Tippolotti. "L’argomento è delicato ed è inevitabile che la città ne parli. Però bisogna evitare le strumentalizzazioni. Serve un ragionamento obiettivo: non si può addossare a questa amministrazione un’autorizzazione, il cui iter è iniziato prima dell’insediamento della Giunta. Inoltre, è difficile per un Municipio rifiutare una richiesta come questa che ha ricadute economiche e di immagine così prestigiose su tutta la regione. Quello che invece è importante – conclude Tippolotti – è che l’amministrazione esprima un forte sentimento di vicinanza alla famiglia di Meredith e alla sua memoria".

Dunque opportunità o danno di immagine per Perugia? Per Paolo Mariotti, presidente del Consorzio Perugia in Centro, "è più un danno morale. Avremmo volentieri fatto a meno di parlare di Amanda – dice – . Aldilà delle questioni processuali che non competono a noi, è noto che la città non abbia molta simpatia per questa donna. La vicenda che l’ha vista coinvolta, è stata una delle pagine più drammatiche degli ultimi tempi e ancora ne soffriamo. Nei giorni scorsi il Consorzio ha incontrato l’assessore competente e ci ha spiegato che la fiction fa parte di un pacchetto di altre serie televisive già programmate. Inoltre, ci è stato riferito che se il Comune non avesse dato l’ok alle riprese, la produzione avrebbe fatto ricorso ad una ricostruzione posticcia di Perugia: a questo punto è stata fatta la scelta meno dolorosa".

E c’è anche la voce di un docente universitario. "Trovo che questa iniziativa sia di pessimo gusto – osserva Gianfranco Binazzi – poiché riapre una ferita che non si è mai chiusa: infatti permangono ancora nell’opinione pubblica dubbi e ombre su questo terribile caso. Questo comunque è il classico esempio di operazione commerciale. Con rassegnazione mi rendo conto che se fosse stato negato lo sfondo reale di Perugia, i set sarebbero stati ricreati altrove. Il rischio? Errori storici e anacronismi, che non avrebbero reso giustizia al nostro bellissimo patrimonio artistico, offendendo due volte la memoria di Mez".

Silvia Angelici